Varie lingue Umaniche - La tristezza degli Uomini mortali?

di Helge Fauskanger - traduzione di Gianluca Comastri

Alcune lingue Umaniche sono menzionate nelle opere di Tolkien, ma eccetto che nel caso dell'Adûnaico, la conoscenza che ne abbiamo è frammentaria. Riguardo alla primeva storia linguistica degli Uomini, vedere i paragrafi d'apertura nell'articolo che tratta dell'Adûnaico. Molti linguaggi Umanici furono influenzati dall'Elfico. Allorquando Felagund decifrò tanto rapidamente il linguaggio di Bëor e della sua gente, fu in parte perché si voleva che "codesti Uomini da lunga pezza avessero avuto a che fare con gli Elfi Scuri a est dei monti, e ne avessero appreso molto del proprio linguaggio; e siccome tutte le favelle dei Quendi risalivano a un'unica origine, numerose parole ed elocuzioni della lingua di Bëor e della sua gente somigliavano alle elfiche" (Silmarillion capitolo 17).

LA LINGUA DEI ROHIRRIM

In SdA/III cap. 6, quando Aragorn e Legolas stavano avvicinandosi al the Palazzo d'Oro di Rohan, Aragorn recitò un poema in una lingua ignota. "Suppongo sia questa la lingua dei Rohirrim," commentò l'Elfo, "somiglia alla campagna che ci circonda; rigogliosa e morbida a volte, e a volte dura e severa come le montagne. Ma non immagino il significato di quelle parole, capisco soltanto che sono cariche della tristezza degli Uomini Mortali."

Non sappiamo molto della genuina lingua di Rohan, che in SdA, Tolkien rappresentò mediante l'antico inglese: egli tentò di riprodurre per i lettori inglesi il suo aroma arcaico in relazione alla Lingua Corrente (rappresentata dal moderno inglese - ma dev'essere compreso che la favella di Rohan non era antenata della Lingua Corrente come l'antico inglese lo è del moderno inglese). Così, nomi come Éomer e frasi come ferthu Théoden hál non sono trascrizioni delle parole realmente adoperate nel corso della Terza Era. Nondimeno, pochi termini di pura lingua di Rohan sono stati pubblicati. l'Appendice F ci informa che trahan significa "tana", corrispondente al genuino Hobbit trân "smial"; il linguaggio degli Hobbit in qualche momento del passato fu influenzato dal parlato Rohirrim o da lingue strettamente correlate. Altro esempio ne è l'Hobbit kast "mathom", corrispondente in Rohan a kastu. La stessa parola hobbit rappresenta l'attuale termine della Terza Era kuduk, sdrucita versione Hobbit di un termine che a Rohan suonava kûd-dûkan, "abitante di buchi" - in sé rappresentato dall'antico inglese holbytla in SdA.

Dopo la pubblicazione di The Peoples of Middle-earth ne abbiamo qualche paroa in più. Secondo PM:53, il frequente elemento éo- "cavallo" (in Éowyn, Éomer etc.) rappresenta il genuino Rohanico loho-, -, evidentemente affine al termine Elfico per "cavallo" (cfr. Quenya rocco, Sindarin roch) - dimostrazione dell'influenza dell'Elfico sui linguaggi Umanici. Éothéod, "Popolo dei cavalli" or "Terra dei cavalli", è una traduzione dal genuino Rohanico Lohtûr. Théoden rappresenta tûrac-, un antico termine per "re" (cfr. la radice Elfica TUR- riferita alla potenza e al dominio; LR:395).

Secondo UT:387, la reale voce Rohanica per "wose" (uomo selvaggio) era róg pl. rógin. (La desinenza plurale -in ci è familiare dal Doriathrin, cosicché può essere ancora un'altra testimonianza dell'influenza Elfica sui linguaggi Umanici.) Cfr. anche Nóm pl. Nómin nel linguaggio della gente di Bëor (Silmarillion cap. 17).

DUNLANDIANO

Durante la difesa del Trombatorrione, Éomer non poteva capire che cosa gridavano gli assedianti. Gamling spiegò che "molte di quelle voci urlano nella lingua del Dunland... Io conosco quell'idioma, anticamente parlato dagli Uomini in molte valli occidentali del Mark... gridano[:] 'Morte ai Forgoil! Morte ai Testapaglia!...' Questi sono gli attributi che ci danno." (SdA2/III cap. 7). L'Appendice F menziona forgoil "testapaglia" come un termine Dunlandiano che si riscontra in Sda: forse for-go-il "paglia-testa-plurale"? La desinenza -il può esser presa dall'Elfico, in ultimo affine alla desinenza Quenya partitiva plurale -li (LR:399).

LA LINGUA DEGLI HARADRIM

Del linguaggio degli Haradrim del lontano sud non c'è molto che si possa dire. Una parola è mûmak "elefante", pl. mûmakil. La desinenza plurale -il è correlata a quella in Forgoil, o è un'indipendente mutuazione dall'Elfico? Un certo stregone un tempo soleva dire "molti i nomi che ho nelle diverse terre: Mithrandir sono per gli Elfi, Tharkûn per i Nani; Olórin ero da giovane nell'ormai obliato Ovest, nel Sud Incánus, nel Nord Gandalf; all'Est non vado mai" (SdA2/IV cap. 5). Secondo UT:399/402, Incánus o Inkâ-nus, Inkâ-nush è un termine della favella degli Haradrim che significa "spia del Nord". Ma Tolkien di questo non era completamente sicuro; si sarebbe stupito se Incánus non fosse stato invece in Quenya "Mind-leader".

LA LINGUA DEI DRÚEDAIN

I selvaggi della Foresta Drúadana utilizzavano un idioma totalmente alieno dalla Lingua Corrente. In tempi antichi, la loro razza fu chiamata Drûg dalla gente di Haleth, "questa essendo una parola dal loro proprio linguaggio" (UT:377). Le loro voci erano "profonde e gutturali" (UT:378); infatti la voce di Ghân-buri-Ghân è così descritta quando si esprime in Ovestron (SdA3/V cap. 5). Egli ripetutamente adoperò la parola gorgûn, dall'evidente significato di "Orchi" (vedere WJ:391).

TALISKA

Un'antica favella umanica chiamata Taliska è menzionata in LR:179; questo era il linguaggio della gente di Bëor, l'antenato dell'Adûnaico. Esso risentì di influenze dagli Elfi Verdi (Nandorin). "Una grammatica storica del Taliska esiste," ci informa Christopher Tolkien (LR:192, nota a pié pagina). Anni addietro, Vinyar Tengwar riportò che uno degli Elfconners stava redigendo la grammatica Taliska, e Carl F. Hostetter conferma che sarà pubblicata... un giorno. Nel frattempo, solo poche parole dei primitivi linguaggi Umanici della Prima Era sono note; in WJ:238, 270, 309 troviamo hal "capo, comandante", halbar "capitano", hal(a) "custodia, guardia", halad "guardiano", haldad "cane da caccia", bor "pietra".

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