obennas | Documento originale creato il 15/12 2000 |
E' risaputo che nella Terra-di-Mezzo gli Elfi, gli Uomini, i Nani, e perfino i Maiar utilizzarono emblemi, armi e unità araldiche di vario tipo. Questi venivano utilizzati per distinguere regni, gruppi di persone, o individui, in maniera molto simile a quanto avveniva nell'Europa medievale. Di seguito vengono discussi e forniti esempi di araldica e di emblemi noti di Arda. Le illustrazioni poste a corredo sono tutte basate sul materiale conservato e pubblicato, o ricostruite in base alle descrizioni documentate.
Gli Elfi formularono per la realizzazione dei sistemi araldici regole o principi, che posono essere ricapitolati nel seguente modo:
Le regole d'araldica venivano abitualmente utilizzate sia dai Noldor che dai Sindar, il che potrebbe indicare che esse fossero già presenti (quantunque in forma grezza) a Cuiviénen; ma è allettante ipotizzare che a quel tempo gli Elfi non avessero ancora raggiunto una "sofisticazione" culturale tale da formulare tali idee. Le regole potrebbero inoltre essersi evolute più volte nel tempo, ed esser state divulgate dalla tradizione orale prima di ricevere una forma scritta. Qualora le regole siano state inventate dai Noldor, cosa che a parte tutto sembra molto probabile, è strano che l'araldica Sindarin segua queste regole, considerando la politica anti-Noldorin di Thingol. Un punto a favore dell'ipotesi che vede i Noldor come gli ideatori delle regole è che a quanto pare i regnanti Noldorin di solito si diedero un "prestigio" nei loro stemmi, in accordo con le suddette regole.
Si potrebbe, però, considerare la possibilità che i Sindar siano stati gli ideatori delle regole: i Noldor, quando giunsero nel Beleriand, adottarno la lingua dei Sindar, quindi perché non l'araldica? Si conoscono, tuttavia, alcuni stemmi dei Noldor che non possono aver assolutamente preso spunto dai Sindar, ma questo si potrebbe spiegare ipotizzando che quegli stemmi siano stati creati successivamente; cfr. Stemma di Finwe.
Qual'era lo scopo principale dell'araldica Elfica? Nell'Europa medievale, l'araldica era sempre correlata alle operazioni militari: i cavalieri necessitavano di un sistema per essere facilmente riconoscibili sul campo di battaglia, anche quando in armatura pesante. Gli stemmi araldici perciò dovevano essere riconoscibli da molto lontano, rendendo obbligatorio l'utilizzo di simboli stilizzati e un rigoroso utilizzo dei colori. Il fatto che queste caratteristiche non vengano rispettate nell'araldica Elfica, non indica necessariamente che gli Elfi non se ne servissero perchè quegli stemmi non erano in origine intesi per operazioni militari (il che potrebbe essere possibile; vedere sotto) o perchè avevano un'eccellente acutezza visiva (il che è risaputo).
Inoltre, nell'iniziale Europa medievale la forma degli stemmi era di solito condizionata dagli scudi sui quali dovevano essere applicati. Questo dovrebbe indicare che gli Elfi si servivano di scudi a losanga o a cerchio? Gli scudi rotondi sono molto comuni nelle primitive civiltà del mondo, ma gli scudi a losanga sono rari. Inoltre, la forma di una losanga poco si confà ad intenti difensivi.
L'inevitabile conclusione sembra essere che l'araldica Elfica non fosse originariamente intesa per l'identificazione sul campo di battaglia (anche se questo può essere il ruolo assunto nelle epoche successive). Molto probabilmente, la sua funzione principale era di rappresentare i re e le regine degli Eldalie, per identificarli in testimonianze ed opere d'arte. Perciò è molto probabile che alcuni tra i numerosi stemmi siano stati realizzati a posteriori.
Esempi di Araldica Eldarin
Si è conservato fino ai nostri giorni un cospicuo numero di simboli araldici degli Elfi. Gli esempi sotto riportati sono tutti basati sulle illustrazioni conservate e pubblicate.
Finwe. L'araldica di Finwe mostra un "sole
alato", in contrapposizione alla luna alata sullo stemma di Elwe. Nonostante in realtà Finwe sia morto prima del primo levar del sole, egli fu il Re dei Noldor che raggiunse la
luce di Aman e che vide i Due Alberi. Sedici "punte" raggiungono i bordi
del simbolo, rappresentando la posizione di Finwe come uno dei più vecchi tra i Quendi e come Alto
Re dei Noldor. I suoi colori giallo acceso e rosso sembrano echeggiare negli stemmi dei suoi eredi Feanor,
Fingolfin, e Finarfin
[2].
La casa di Finwe aveva anche un altro stemma simile,
identico tranne nell'essere fornito di quarantacinque punte degradanti a formare un quadrato. Questo fu lo stemma
degli Alti Re dei Noldor e venne tramandato da Finwe a suo figlio Fingolfin e quindi
a Fingon e Turgon [1].
Elwe. Lo stemma di Elwe Sindicollo,
meglio conosciuto come
Elu Thingol, mostra una "luna alata" su sfondo nero, circondata da stelle. E' il polo opposto al sole alato
di Finwe. Probabilmente la spiegazione di ciò è che nonostante entrambi abbiano intrapreso la Grande Marcia, Elwe venne incantato da Melian e non abbandonò mai
la Terra-di-Mezzo, a quel tempo illuminata solo dalle stelle di Elbereth. Finwe, invece, giunse ad Aman e si
stabilì nella luce degli Alberi. In base al numero di "punte" presenti nello stemma di
Elwe (otto), egli raggiunse solo la metà del "rango" di Finwe. [1]
Melian. La Maia del Doriath s'è assegnata
uno stemma complesso, molto diverso da qualsiasi altro
stemma maschile o femminile. Al suo interno si trovano sia stelle che figure
simili a fiori, riflettendo gli stemmi sia di Elwe (suo marito) che di Lúthien (sua figlia). Esso potrebbe anche richiamare (o, in
verità, essere) il suo sigillo, che fu "un singolo fiore di Telperion". All'interno
del cerchio che la contraddistingue come femmina si nota anche una losanga, che è
di solito il blasone degli stemmi maschili. Questo potrebbe simbolizzare la sua capacità
come Maia di determinare da sè il proprio "abbigliamento" corporale e quindi il sesso. [1]
Feanor. Lo stemma di Feanor condivide i colori fiammeggianti dell'emblema di suo padre , ed esalta
le caratteristiche infuocate attraverso fiamme
ondeggianti che vanno dal centro verso l'esterno. Questo potrebbe essere correlato al nome di
Feanor, che significa "Spirito di Fuoco". (Ma queste fiamme si ritrovano anche nello stemma di Fingolfin , dove non si può fare la stessa deduzione.) Al
centro è dipinto un Silmaril, la migliore delle opere di Feanor. Esso è circondato
da numerose superfici colorate, che probabilmente rappresentano l'arte di realizzare cristalli, anch'essa inventata
da Feanor. [2]
La Stella di
Feanor , vista sul cancello occidentale
di Moria, fu apparentemente un emblema per tutti i Noldor della
schiera di Feanor. Essa era esattamente di colore argenteo, e possedeva otto
raggi e otto "punte" che vennero arrangiate molto similmente all'emblema araldico di Feanor. Ciò potrebbe
indicare che il primo fosse basato sul secondo, o viceversa. [4]
Fingolfin. Lo stemma di Fingolfin mostra una netta correlazione con
lo stemma del fratello di Fingolfin, Feanor, con la naturale eccezione del Silmaril di Feanor. La stella argentata su
campo blu è probabilmente la fonte dei colori blu e argento dello stendardo
di Fingolfin menzionato ne Il
Silmarillion. Otto "punte" raggiungono
i bordi, come nel caso di tutti gli stemmi dei figli di Finwe. [1]
Finarfin. Benchè condivida l'aspetto "infuocato" dello
stemma di suo padre e dei suoi fratelli, i raggi infuocati nello stemma di Finarfin
sono tranquilli, conferendo allo stemma una forma più bilanciata. Dal momento che si distingue
chiaramente dagli stemmi dei suoi fratelli, viene forse fatta allusione al fatto che egli, alla
ribellione dei Noldor, rimase in Aman, mentre i suoi fratelli proseguirono verso la Terra-di-Mezzo.
Questo stemma venne anche utilizazto dagli eredi di Finarfin, ed apparentemente in
particolar modo da Finrod (benchè egli avesse anche un altro stemma). [1]
Finrod. Finrod Felagund ebbe uno stemma
assai diverso da qualsiasi altro stemma elfico: non è simmetrico e i colori sono
chiaramente "terrestri". L'immagine di un'arpa e una torcia richiama
la leggenda di Finrod che cammina nei boschi del Beleriand orientale e della sua
apparizione in mezzo agli Uomini suonando un'arpa. L'Uomo che Finrod incontrò apparteneva alla schiera di Beor, ed è
possibile che lo stemma sia stato ideato da uno di quella schiera. [2] Finrod utilizzò anche un simbolo che raffigurava una corona di fiori dorati. Il
motivo del simbolo fu probabilmente correlato direttamente o indirettamente allo stemma di Finarfin.
Lúthien. Lúthien Tinúviel è l'unica persona nota per
aver avuto due distinti emblemi araldici; entrambi sono basati su modelli floreali. Il
primo mostra il bianco niphredil che crebbe alla sua
nascita (esso è stato descritto come un delicato bucaneve). Il secondo probabilmente contiene al centro un elanor . Le stelle in questo stemma richiamano
quelle presenti nello stemma di suo padre Thingol . Ad un primo sguardo è
difficile dire se esiste qualche "punta" che raggiunge il bordo, ma probabilmente esse dovrebbero essere non più
di quattro in entrambi gli stemmi. Nel primo stemma esse puntano nei
punti cardinali nord-est, nord-ovest, sud-est, sud-ovest. Nel secondo, le sole cose simili
a "punte" sono i fiori bianchi, ciascuno dei quali potrebbe simbolizzare una punta. Questo
dovrebbe darle il giusto rango di principessa del Doriath. [1]
Idril. Lo stemma di Idril Celebrindal rivela un motivo simile a un fiordaliso. A quanto pare Idril venne particolarmente associata a questo fiore, probabilmente a motivo della sua chioma dorata che ricordava il grano dorato. Un'iscrizione trovata assieme allo stemma riporta Menelluin Írildeo Ondolindello ("Fiordaliso di Idril da Gondolin"; Írilde è una Quenyaizzazione del nome di Idril). E' possibile che Menelluin (letteralmente "blu-cielo") fosse il nome, o designazione, dello stemma. In esso, dodici punte raggiungono il bordo del cerchio, suggerendo il rango corrispondente alla figlia di un Alto Re. [1]
Lo stemma di Idril venne conservato e portato da Gondolin a Númenor, dove divenne l'ispirazione di molti
motivi similari dei Númenoreani. Esso venne quindi portato a Gondor da Elendil. Nonostante Gondolin sia nota aver avuto le proprie
specifiche tradizioni araldiche, queste non si applicano a questo stemma, il che potrebbe indicare
che l'usanza fosse riservata alle Dodici Casate della città (q.v.).
Gil-galad. Il suo nome significa "Stella
raggiante", e inoltre le parole da La Caduta di Gil-galad
ricordano: "Le innumerevoli stelle della
volta celeste / si rispecchiavano nel suo scudo argentato" [5 ], è quindi
naturale che lo stemma di Gil-galad mostri un cielo stellato. E' arduo dire quante
sono le "punte" che raggiungono il bordo, ma il suo rango dovrebbe concederne almeno quattro.
[1]
I
Silmarilli. E' noto un solo stemma creato
per designare oggetti anzichè una persona. Per quale motivo i Silmarilli debbano avere
il proprio emblema araldico non è chiaro. Forse lo stemma veniva utilizzato come uno stendardo dai
Noldor nelle guerre contro Morgoth, per marcare i loro intenti. L'albero sullo sfondo
è probabilmente Laurelin, L'Albero Dorato, da cui i Silmarilli ricevettero parte della loro
luce. [2]
I Silmarilli vengono anche usati come emblemi negli stemmi di Feanor,
Earendil, e Beren.
I seguaci di Turgon, già nel loro vecchio regno del Nevrast, avevano sviluppato tradizioni araldiche che sembrano essere state uniche nella Terra-di-Mezzo, e prossime all'araldica delle età di mezzo. La loro blasonatura consistette in simboli realizzati per uno sfondo monocromatico, e gli scudi a cui venivano applicati erano "lunghi e affusolati". In Gondolin questa araldica non venne probabilmente utilizzata per gli stemmi personali, ma fu -- forse solamente -- applicata agli stemmi delle "Dodici Casate" (cfr. Idril). Queste ultime erano costituite da gruppi di nobili, forse famiglie o gilde, che probabilmente erano responsabili della difesa della città.
La descrizione dettagliata dell'araldica deriva da una fonte che è solitamente considerata piuttosto inaffidabile [10 ]; ma il disegno di uno degli stemmi è stato confermato da un testo assai più affidabile [11], e a parte insignificanti discrepanze non vedo motivo di credere che gli altri stemmi non siano descritti ugualmente in modo accurato. Le giubbe delle sottostanti armi/braccia sono tutte ricostruite in base alle descrizioni, e ad ogni modo non dovrebbero essere considerate ufficiali.
La Casata dei
Re. Turgon e la sua casata aveva gli emblemi de "la luna e il
sole e il cuore scarlatto" e i loro rispettivi colori furono bianco, oro
e rosso, ciascuno indubbiamente correlato con uno degli emblemi. Ho qui raggruppato i tre
simboli in un unico stemma, benchè sia possibile che la casata in realtà
avesse tre stemmi distinti. Il cuore rappresenta il cuore di Fingolfin,
padre di Turgon, che venne seppellito nella parte nord della città. Ho presupposto
che il sole sia correlato col sole nello stemma della casata di Finwe
(essendo Turgon il nipote di Finwe), e quindi dotato dello stesso numero di
raggi.
La Casata dell'Ala Bianca. I più valorosi
degli uomini del Re indossavano sui loro elmetti ali
di cigno e di gabbiano, e lo stemma dei loro scudi era un'ala di cigno
su sfondo blu. Di tal fattura era lo scudo e l'elmo che Tuor trovò nel
Nevrast, destinandolo infine ad unirsi e guidare la casata. [11]
La Casata della Talpa. Maeglin, colui che guidò la
Casata della Talpa, fu un magistrale minatore, ed apparentemente
associò se stessò ad una talpa. Ma gli scudi della casata furono di
colore nero e disadorni, proprio come lo scudo di Morgoth. Alla fine, fu proprio Maeglin quello che rivelò Gondolin a Morgoth.
La Casata della
Rondine. Questa casata consisteva
di formidabili arcieri, vestiti di bianco,
blu scuro, porpora e nero. Il loro capitano venne chiamato Duilin e i loro
scudi vennero cambiati con una punta di freccia. La Rondine potrebbe ricordare
una freccia, che vola velocemente attraverso l'aria e che centra sempre il suo
bersaglio.
La Casata dell'Arco Celeste. I membri della casata di Egalmoth erano tutti molto ricchi e godevano di gioielli ed
oro. Sui loro elmetti venne collocato un grosso opale, e i loro scudi furono blu-cielo.
Al centro dei loro scudi era collocato "un gioiello realizzato con sette pietre
preziose": rubino, ametista, zaffiro, smeraldo, crisoprazio, topazio ed ambra. La disposizione delle gemme è
di mia invenzione; l'"Arco Celeste" va probabilmente interso come l'arcobaleno, ed ho presupposto che il topazio
fosse giallo, per completare la gamma cromatica indicata dalla disposizione delle altre
pietre.
La Casata del Fiore Dorato. Glorfindel condusse questa casata, il cui stemma
venne cambiato con un sole radiante. Ho scelto questo colore di sfondo perché il
nome della casata e la descrizione del vestiario di Glorfindel richiamavano "un
campo in primavera".
La Casata dell'Arpa. I membri di questa casata
indossavano nappe d'argento e d'oro, e sui loro scudi era collocata un'arpa argentata su campo
nero. Sullo stemma del capo della casata, Salgant, adulatore di Maeglin, e dei i suoi
solo l'arpa era dorata. E' rilevante che lo stemma condivida il nero della Casata della Talpa, forse per la diretta influenza di Maeglin su Salgant.
La Casata del Martello dell'Ira. Un gruppo
di fabbri e artigiani, una forte
e coraggiosa casata, guidata da Rog, combatteva con mazze ed aveva scudi pesanti.
Il loro emblema era l'incudine colpita, ma i loro scudi mostravano "uno martello
che sprizzava scintille attorno ad esso". Non viene data alcuna indicazione circa i colori
dello stemma, ma un inidizio potrebbe essere che "oro rosso e acciaio nero era la loro gioia".
Gli stemmi delle rimanenti casate non vengono descritti. Quello che si sa è questo:
Quando entrarono nel Beleriand, pare che gli Edain avessero quasi immediatamente adottato le regole (e forse l'identico concetto) dell'araldica. Un precursore di ciò fu senza dubbio Beor, la cui stretta amicizia con Finrod gli diede il più antico degli stemmi noti degli Uomini. Il primo di questi ebbe la tendenza ad usare colori più vivi e "terrestri" rispetto alla controparte elfica, e di solito i motivi furono simmetrici solo attorno all'asse verticale, distinguendoli così da quelli totalmente simmetrici degli Elfi. Sembra, inoltre, che essi abbiano ignorato la simbologia delle "punte", con una sola eccezione. Le sottostanti illustrazioni sono tutte basate su stemmi conservati.
Beor. Quello di Beor fu probabilmente il primo stemma creato per un
Uomo secondo le regole dell'araldica elfica , e sotto molti aspetti questo è lo stemma degli Uomini più "elfico" (non contando lo
stemma del mezz'elfo Earendil). Esso è completamente simmetrico ed ha
la forma Eldarin comune per i maschi. Ciò nonostante manca dello splendore degli
stemmi elfici, e sembra più legato alla terra con i suoi colori caldi
e naturali. [2]
Hador. Il motivo per il disegno dello stemma di Hador non è chiaro. Hador fu un grande
amico di Fingolfin, e in questo stemma si potrebbero forse discernere i colori
"infuocati" di Finwe e dei suoi eredi. La simmetria è verticale, perfino nei motivi
"a punta di lancia", poiché quella posta in basso è più appuntita di quella in alto. [2]
Beren. Nel centro dello stemma di
Beren Erchamion è posto il Silmaril che Beren e Lúthien sottrassero a Morgoth. Sopra
ad esso svetta il Thangorodrim, le tre vette di Angband, dove erano custoditi i Silmarilli. Sotto
al Silmaril c'è una mano rossa, apparentemente tesa a ghermire la pietra. Essa potrebbe
anche rappresentare la mano che Carcharoth staccò a Beren. Il significato della stella posta in
alto non è chiaro, a meno che essa alluda alla stella di Earendil come destino del Silmaril.
Lo stemma mostra la simmetria verticale tipica degli Uomini, naturalmente rotta solo dall'asimmetria
della mano. [2]
Earendil. Il focus nello stemma
di Earendil punta sul Silmaril di Earendil, rappresentato al centro, che sprigiona sei raggi di
luce verso i bordi. Negli angoli scuri viene mostrata la luna nelle sue fasi. La presenza
della luna potrebbe riflettere il destino di Earendil di diventare una stella, ma è anche
la sola cosa che preserva lo stemma dall'essere interamente simmetrico. Questo
forse lo distingue come mezz'elfo. I sei raggi di luce sono
accompagnati da altri sei, che sembrano andare nella direzione opposta. Si formano così dodici "punte",
una chiara correlazione con lo stemma di Idril
(essendo Idril la madre di Earendil), allusione che viene rinforzata
dallo sfondo blu condiviso dai due stemmi. [1]
La Casata di
Haleth. Lo stemma
degli Haladin mostra un albero di un ordine non specificato, un paio di fiori bianchi, e un numero di punti
arancioni che potrebbero essere noci o foglie stilizzate. L'albero sembra essere intrecciato con un rampicante. Gli
Haladin in generale furono amanti della solitudine e delle foreste, cosa che potrebbe
essere indicata in questo stemma. E' rilevante che lo stemma rompa le regole elfiche dell'araldica, utilizzando una losanga per uno stemma impersonale. [2]
Nella Terza Era, quando la civiltà dei Dúnedain raggiunse l'apice nella tecnologia e nel grado di sofisticazione, lo loro araldica si scostò dalle usanze Eldarin, maturando in una tradizione più stilizzata ed elegante. Essi spesso applicarono un singolo (di solito bianco/argenteo) motivo ad uno sfondo colorato, avvicinandosi alle usanze araldiche delle età di mezzo. Questa tendenza fu forse ispirata dall'araldica delle Dodici Casate di Gondolin , dalla quale derivarono due degli antenati dei Dúnedain. Non è sopravvissuto nella propria caratteristica forma nessun esempio di questi stemmi, ma esistono vivide descrizioni orali, e molte tracce pittoriche che riguardano i loro motivi. Queste tracce vengono considerate di seguito.
L'emblema di Elendil e suoi eredi aveva sette stelle a cinque punte, ciascuna
delle quali rappresentava uno dei palantíriche Elendil portò da Númenor. In Gondor essi vennero collocati su una veste militare nera, assieme all'Albero
Bianco, che rappresentava tutti i discendenti di Nimloth che crebbe in Minas Ithil
e, più tardi, in Minas Tirith. A questo stemma i Re della stirpe di Elendil aggiunsero la Corona Argentata, che fu il segno
supremo di regalità. Quando la linea nordica degli eredi di Isildur si estinse, le stelle
venne rimpiazzate in Arnor da una singola stella a cinque punte, l'
Elendilmir, che rappresentava la Stella di Earendil.
In Gondor lo stemma che includeva la Corona Argentata decadde dall'uso comune, fino all'epoca
di Elessar e del Regno Riunito. [6] La corona di Gondor viene descritta molto chiaramente nella lettera 211 de La Realtà in Trasparenza, Lettere 1914-1973 . L'albero qui raffigurato si basa sull'albero di una sopraveste proposta per
Il Ritorno del Re dal Professor Tolkien.
Si dice che
Elendil abbia utilizzato il proprio nome, scritto in
tengwar senza simboli vocali, come "un emblema e uno stemma sopra il suo sigillo." Questo
emblema fu trovato sulla sua tomba ad Amon Anwar.
I
Sovrintendenti di Gondor non si servirono mai di nessuno stemma, e
i loro stendardi furono bianchi senza alcun simbolo. Il Sigillo dei Sovrintendenti, utilizzato da Cirion per convocare l' Éothéod, secondo quanto riferito mostrava le
lettere "R · ND · R" per arandur ("sovrintendente"),
sormontate da tre stelle. [7]
La città di
Dol Amroth possedette gli emblemi di
una bianca nave e di un cigno. Questi vennero a volte combinati
in uno stemma che mostrava una bianca nave a forma di cigno su acqua
blu [8]. Una nave-cigno è raffigurata dal Professor Tolkien nel suo dipinto di Taniquetil,
riprodotta in Immagini di J.R.R.
Tolkien, N° 31. Dol Amroth
venne utilizzata come porto
dagli Elfi di Lórien che salpavano verso ovest sulle loro navi-cigno durante la Seconda e
la Terza Era.
Rohan e La Casata di
Eorl ebbero come
proprio emblema un cavallo bianco su campo verde [9]. Il motivo di tale scelta è ovvio: la maggior parte della terra di Rohan era ricoperta da
verdi praterie, ed i cavalli furono i più grossi pregi dei Rohirrim. Il
cavallo raffigurato è presumibilmente uno dei Mearas, i cavalli bianchi dei Re di Rohan. I Rohirrim non furono Edain, nè appartennero a
uno o all'altro dei Reami in Esilio, ma alla fine della Terza Era essi occuparono un'area che
precedentemente apparteneva a Gondor [7], e
i rapporti tra i due popoli si rinforzarono.
Sia Gandalf che Saruman, i due più importanti Stregoni delle terre occidentali, utilizzarono cirth (rune) come sigilli.
Gandalf utilizzò sia una G-tengwa che una G-certh come
propri sigilli, anche se pare che egli abbia preferito la certh. Questa fu la tengwa che i bambini Hobbit riconobbero quando Gandalf giunse
ad Hobbiville, ma sia in Brea che su Colle Vento egli si servì solamente della certh. [12]
I soldati di Saruman portavano elmetti decorati con un S-certh.
I loro scudi neri mostravano anche una piccola mano bianca nel centro.
La bianca mano di Saruman appare altrettanto bene in altri posti. La mano che viene qui rappresentata
si basa su una sopraveste disegnata per Le Due Torri dal Professor
Tolkien. [13]
La nostra conoscenza dell'araldica o
delle tradizioni simboliche dei Nani è estremamente limitata. Quello che sappiamo deriva da un unico esempio:
il lavoro d'intaglio sulle Porte di Durin, il cancello occidentale di Moria. Sul cancello si vedevano, tra
le altre cose, gli emblemi di Durin il Senzamorte. Questi consistettero di un martello
e un'incudine, sormontati da una corona che è circondata da sette
stelle. Le stelle rappresentano la costellazione del Valacirca, o l'Aratro, che Durin vide
sul proprio capo quando guardò nel Kheled-zâram. I Nani furono spesso associati
alla metallurgia, un tributo al loro artefice Aule, il Fabbro dei Valar, cosa che dovrebbe essere
rappresentata dal martello e dall'incudine. [4]
Non sappiamo virtualmente nulla sui costumi degli Hobbit a riguardo degli emblemi. Tuttavia, sappiamo che essi utilizzavano logotipi: quando Merry e Pipino esaminarono i relitti di Isengard, trovarono due barili di erba pipa. Entrambi erano marcati con "i sigilli Soffiatromba" -- ma non ci viene detto come dovevano apparire [14].
Un comune denominatore dell'araldica dei due Signori Oscuri e loro seguagi è la presenza del colore nero.
Quando Morgoth uccise
Fingolfin, il suo scudo era "nero e disadorno"
e la sua armatura era nera. La mancanza di qualsiasi attributo non è solo corrispondente alla
personificazione delle Tenebre, ma rimanda anche al carattere nichilista di
Morgoth. [15]
Lo stemma di Sauron echeggia dello sfondo
nero di Morgoth. L'Occhio Rosso fu il simbolo abituale per Sauron nella Terza Era, perfino nel
riferirsi personalmente a lui [13, 16]. Esso simbolizza il suo sguardo dalla Torre Oscura sopra tutta la
Terra-di-Mezzo, specialmente dopola realizzazione dell'Unico Anello. L'occhio qui raffigurato è basato sullo spolverino disegnato per
Il Ritorno del Re dal Professor Tolkien.
Quando
Sauron sopraffece Minas Ithil, la città acquisì un nuovo emblema.
L'emblema di Minas Morgul mostrava una luna "sfigurata da un orrendo
viso di morte" [16]. L'esatta sistemazione
del teschio e della luna è certamente difficile da rappresentare. La
luna fu probabilmente un residuo conservato dopo la conquista della città da parte di Sauron:
Minas Ithil significa "Torre della Luna".
L'
Emblema dei Corpi Volanti delle Missioni Speciali di Mordor viene descritto fuori dal
contesto, ma (essendo conservato) il complesso disegno di questo emblema lo rende unico in tutta la
parte nota di Arda. Questo apparentemente fu un distintivo assegnato alle truppe aeree di
Sauron, probabilmente includendo le più tarde incarnazioni dei Nazgûl e, forse, ogni
rimanente drago sotto il comando di Sauron. Alle "ali" ai lati dell'emblema hanno
una trama che ricorda una piuma, e ciò potrebbe indicare che esse fossero in
origine delle autentiche ali. Uno scarabocchio ingannatore dice "Visto da sotto",
e potrebbe significare che in realtà l'emblema raffigura una delle creature alate di
Sauron, e che i piccoli "corni" indicati tra le ali e il corpo della
creatura possano essere i piedi di uno che cavalca la bestia. Ma è chiaro che se fosse
così, il ritratto dovrebbe essere estremamente stilizzato. Sulle ali si può vedere l'immagine dell' occhio di Sauron,
moltiplicata in un modo che ricorda gli occhi sulla coda del pavone. [1]
Nella Battaglia dei Campi del Pelennor uno dei capitani degli
Haradrim posti ai comandi di Sauron aveva un "serpente nero su
campo rosso" sul suo stendardo. Sembra che proprio la battaglia sia stata anche la fine di
questo stemma, dal momento che il capitano e i sui seguaci caddero vittime della
collera dei Rohirrim, "ed il serpente nero crollò." [17]
Il documento originale è reperibile a questo indirizzo
Modificato il
15/12 2000