Gobennas Documento oroginale creato il 15/11 1998

I Cronisti di Arda

Di Måns Björkman

La storia della Terra-di-Mezzo si estende attraverso diverse migliaia di anni di vicende intriganti. Tramite essa ascoltiamo gli affasciannti racconti di Beren e Lúthien, Eärendil il Marinaio, e Bilbo e Frodo Baggins.

Ma chi ci racconta queste storie? Chi sono i grandi autori dei lay e degli annali che il professor Tolkien tradusse in Inglese, narrando queste vicende che altrimenti si sarebbero inevitabilmente perdute?

Per tutta la Prima, Seconda e Terza Era, gli Elfi, gli Uomini, e gli Hobbit conservarono le testimonianze delle proprie storie nella forma di annali, lay, saghe e biografie. Gli autori furono spesso attenti a dare credito alle proprie storie, ma anche a mettere i propri nomi sui documenti, facendo sì che alcuni dei loro nomi venissero tramandati sino ai nostri giorni. Di seguito mi ripropongo di discutere di quello che è noto dei più insigni autori e delle loro opere.

Sommario


Rúmil di Valinor

Rúmil è uno dei più vecchi tra i cronisti noti, e compare già nei testi più antichi. Il significato del nome è incerto. Potrebbe essere correlato ad un vocabolo rûm : 'segreto', 'mistero' [1], ma potrebbe comunque non voler significare nulla: infatti molti dei nomi elfici più vecchi sembrano non avere alcun significato [2].

Rúmil era un Noldo e un saggio che viveva a Valinor nella città di Tirion. Venne chiamato l'Elfo Saggio di Valinor [3] e il Vecchio Saggio di Tirion [4], e scrisse molti documenti che riguardano in particolar modo Valinor. Nei suoi scritti pare riversarsi la maggior parte del sapere storico degli Eldar. Uno dei suoi più famosi lavori è l' Ainulindalë che racconta la Musica degli Ainur e che solitamente forma la parte introduttiva al Quenta Silmarillion [5].

Col passare del tempo Rúmil sembra essere diventato meno attivo nella sua attività di saggio (considerando improbabile la sua morte in Valinor), perchè spesso in molti testi viene citato come un mestro di sapienza dei tempi passati. In questo testo ci si riferisce a lui utilizzando il tempo passato solo a motivo del fatto che tutto quello che sappiamo di lui appartiene ai tempi remoti. Esiste un'opera chiamata I Equessi Rúmilo ('I Detti di Rúmil') che è una raccolta dei suoi pensieri a partire dai primi giorni degli Eldar in Valinor. Quest'opera si occupa, tra le altre cose, della lingua Valarin. Dal titolo si potrebbe ipotizzare che egli avesse raggiunto uno stato simile a quello di Socrate, circondato da discepoli che scrivevano le sue parole (come i Dialoghi di Platone). Nella memoria dei Noldor esiliati sopravvissero solo alcune parti dell'Equessi. Pengolodh più tardi compilò e presentò questi frammenti all'inizio del suo Lammas [4].

Una testimonianza della grandezza di Rúmil come maestro d'erudizione è data dal fatto che egli nell'Anno Valiano 1179 inventò un alfabeto: le tengwar di Rúmil [6], propriamente detto il sarati [4]. Questo è il più vecchio sistema di scrittura di Arda a noi noto, e fu quello a cui s'ispirò Fëanor nella realizzazione del suo tengwar, che più tardi venne utilizzato dalla maggior parte dei popoli della Terra-di-Mezzo occidentale.

Un documento di speciale interesse per gli storici è il testo chiamato gli Annali di Aman (o Annali di Valinor). Il documento riporta gli eventi di ogni anno in Valinor fino alla creazione del Sole e della Luna e potrebbe essere stato una delle fonti per il Quenta Silmarillion. In un manoscritto, si dice che Rúmil sia l'autore di quest'opera [6]. Ma secondo un altro, Rúmil semplicemente lo iniziò ed arrivò a scrivere fino al Fato dei Noldor nell'Anno Valiano 1496. Egli si fermò qui, ed altri lo continuarono [7]. Questo potrebbe avere due spiegazioni: (1) egli non seguì la casa di Fëanor verso la Terra-di-Mezzo, ma udì delle avventure dei Noldor da chi lasciò Tuna ed in seguito tornò indietro, oppure (2) egli stesso andò con la schiera di Finarfin, e tornò indietro con questi quando udì il fato funesto. In ogni caso sembra virtualmente provato che Rúmil non si sia mai recato nel Beleriand, in parte perchè egli è sempre correlato a Tirion, mentre tutti i Noldor di ritorno soggiornavano su Tol Eressëa, in parte perchè egli non scrisse mai nulla che riguardasse specificatamente la Terra-di-Mezzo.

Rúmil fu attratto anche dai linguaggi. In accordo con una fonte [9] egli imparò molti linguaggi. (Sfortunatamente viene spesso discussa l'accuratezza di questo particolare testo.) Produsse alcuni scritti che riguardavano i linguaggi degli Elfi, e Pengolodh il Saggio lesse questi testi e li utilizzò per la stesura di una delle proprie opere [10].

Appartenendo ai Noldor di Tirion, Rúmil aveva accesso diretto alla conoscenza dei Valar. Probabilmente ne approffittò quando scrisse il breve saggio astronomico chiamato Ambarcanta, 'Forma del Mondo'. L'opera spiega le modifiche nella forma di Arda, e deve essere stato scritto in un periodo successivo alla caduta di Númenor nella Seconda Era, dal momento che prende in considerazione il mutamento della Terra che avvenne in quell'occasione [11].

Quando Pengolodh giunse a Valinor nella metà della Seconda Era, Rúmil lesse il suo Quenta Silmarillion e vi apportò alcune correzioni, come la citazione dei veri nomi di Mandos e Lorien, Námo ed Irmo [12].

Ad esclusione di poche note sparpagliate negli annali e preamboli a varie opere, Rúmil non è citato in nessun testo narrativo, e non è noto cosa gli accadde nelle ere successive. Pare che egli non fosse a Tol Eressëa quando Ælfwine vi giunse molto tempo dopo i Giorni Antichi, dal momento che ivi Ælfwine lesse parecchi dei suoi scritti senza averlo mai incontrato di persona. Invece, Pengolodh viveva lì, e narrò ad Ælfwine molte storie, fra le quali l'Ainulindalë di Rúmil [13]. E' probabile che Rúmil soggiornasse a Tirion su Túna, e che ci viva tuttora.

Riferimenti

  1. BLT 1 Appendix
  2. PM Shibboleth
  3. SM The Earliest Annals of Valinor
  4. WJ Quendi and Eldar Appendix D
  5. S Index
  6. MR The Annals of Aman
  7. LRW The Later Annals of Valinor
  8. S Of the Flight of the Noldor
  9. BLT 1 Music of the Ainur
  10. LRW The Lhammas
  11. SM The Ambarkanta
  12. MR The Later Quenta Silmarillion
  13. MR Ainulindalë

Pengolodh di Gondolin

Pengolodh è il maggiore dei cronisti della Terra-di-Mezzo, e il più rinomato di tutti. Nacque da un Noldo e da una Sinda nel vecchio reame di Turgon nel Nevrast. Più tardi seguì la gente di Turgon e diventò il suo saggio a Gondolin. Divenne il più eminente membro del Lambengolmor , 'Maestri d'Erudizione delle Lingue', un gruppo fondato da Fëanor [1].

Il nome Pengolodh è Sindarin e probabilmente deriva in parte da un vocabolo basato sulla radice KWET- 'dire' [2], e dal vocabolo Golodh 'Noldo' [3], dando 'Noldo Parlante o Raccontante-storie'. Ricorrono anche le varianti Pengoloð, Pengolod e Pengoloth , in Quenya Quengoldo o Quendingoldo [4]. In un esempio, viene anche chiamato Thingódhel : Sindarin 'Noldo Grigio', che senza dubbio si riferisce alla sua stirpe Noldorin e Grigio-elfica mischiata [5]. Nel testo The Book of Lost Tales [Racconti perduti e Racconti Ritrovati, N.d.T.] incontriamo un Elfo chiamato Gilfanon che accoglie Eriol (Ælfwine) nella sua casa a Tavrobel e gli chiede di scrivere tutto quello che ha udito. Quest'elfo potrebbe essere Pengolodh anche se, come in molti altri passi in The Book of Lost Tales , questo è poco chiaro. [6].

Alla caduta di Gondolin, Pengolodh riuscì a fuggire dalle creature di Morgoth assieme a Tuor ed Idril, e li seguì verso i Rifugi del Sirion. Con sè portò molti preziosi documenti antichi e proprie opere. I Rifugi del Sirion erano a quel tempo diventati un punto di raccolta dei fuggiaschi provenienti dal Doriath, Hithlum e da altri posti sparsi in tutto il Beleriand. Un breve periodo di pace venne concesso al rifugio, e una sorta di prosperità, che i rifugiati attribuivano al silmaril di Eärendil. Se fino a quel momento Pengolodh non aveva avuto modo di raccogliere notizie provienti da fuori i confini di Gondolin, egli improvvisamente ebbe un nuovo completo campo di ricerca [1].

Qui egli raccolse informazioni sul sistema runico usato nel Doriath, inventato da Daeron. Queste rune venivano utilizzate raramente e sarebbero diventate ancora più rare nelle epoche seguenti. Ma Pengolodh realizzò copie ed estratti dai documenti utilizzando questi caratteri, e realizzando di conseguenza un importante contributo culturale, in modo che le Certhas Daeron (come egli stesso le chiamò) non venissero completamente dimenticate dagli Elfi [7].

Il Sindar del Doriath aveva portato ai Rifugi gli Annali del Beleriand, o Annali Grigi, dove questi vennero integrati con l'aiuto di altri popoli [8]. Pengolodh probabilmente partecipò a questo lavoro, dal momento che la sua memoria delle storie era "prodigiosa" [1]. Quel che è certo, in ogni caso, è che egli vi apportò aggiunte e commenti. Gli Annali del Beleriand vennero più tardi portati a Valinor, ma non v'è nulla che indichi che a trasportarli sia stato Pengolodh [8].

A partire dalla fine della Prima Era del Sole, ai Noldor venne concesso di ritornare ad Ovest. Pengolodh, tuttavia, non si recò immediatamente a Valinor. Soggiornò nella Terra-di-Mezzo, fino alla fine della Seconda Era, ed accumulò sapere. Gli venne concesso di vivere per un po' di tempo coi Nani di Khazad-dûm, e così fu probabilmente uno dei pochi a comprendere i linguaggi dei Nani [1].

Nell'Eriador Pengolodh scrisse il testo chimato Lammas ('Descrizione delle Lingue'), che discute delle lingue degli Uomini, Elfi ed altre razze. In questo lavoro si servì molto dei lavori di Rúmil dedicati alle lingue, specialmente del Equessi Rúmilo [9]. Scrisse anche un breve testo chiamato il Lammasethen che tratta in particolare i linguaggi degli Elfi [10].

Quando il dominio di Sauron si etese sull'Eriador, Pengolodh finalmente si recò ad Ovest, a Tol Eressëa nella Baia di Eldamar. Là egli soggiornava nel villaggio di Tavrobel (anche detto Tathrobel), e continuò ad ampliare gli Annali del Beleriand. Continuò anche il Racconto degli Anni di Quennar i Onótimo , che era stato interrotto all'inizio della Prima Era del Sole [11].

A Pengolodh viene tradizionalmente dato il merito d'aver scritto il Quenta Silmarillion, il principale lavoro della storia antica, ma in realtà si limitò alla raccolta di molte tradizioni, leggende e storie in un unico e continuo lavoro. Le sue fonti principali furono gli scritti di Rúmil e i propri scritti (gli Annali, l'Ainulindalë, ecc.), gli Annali Grigi, il Narn i Chîn Húrin, e il Libro Dorato [12]. Rúmil inoltre apportò piccole aggiunte al Silmarillion [13].

Quando molti millenni dopo Ælfwine giunse a Tol Eressëa, incontrò Pengolodh. Pengolodh gli narrò molte leggende e gli mostrò i testi, realizzando un importante collegamento tra i Giorni Antichi e le nostra era.

Riferimenti

  1. WJ Quendi and Eldar App. D
  2. LRW Etymologies
  3. S Appendix
  4. PM Dangweth Pengoloð, Of Lembas
  5. WJ Quendi and Eldar Editorial Notes
  6. SM The Earliest Annals of Valinor
  7. TI Appendix on Runes
  8. WJ The Grey Annals
  9. WJ Quendi and Eldar Author's Note 35
  10. LRW Lhammas
  11. WJ The Tale of Years
  12. LRW Quenta Silmarillion
  13. MR The Later Quenta Silmarillion

Quennar i Onótimo

Non si conosce molto su questo misterioso Elfo. Era apparentemente un Noldo di considerevole età, che per alcune ragioni o per altre sembra aver interrortto la scrittura proprio all'inizio della Prima Era del Sole.

Benchè Quennar abbia scritto solo tre testi a noi noti, questi sembrano essere influenzati sia da Rúmil che da Pengolodh. Il suo primo lavoro, Sull'inizio del tempo e la sua computazione, costituisce l'inizio degli Annali di Aman. Esso contiene tra le altre cose alcune informazioni sul calcolo del tempo a Valinor, cosa interessante dal momento che gli Annali di Aman utilizzano i cosiddetti Anni Valiani [1]. Per la compilazione degli Annali di Aman Rúmil si servì molto del secondo lavoro di Quennar, Yénonótië ('Conta degli Anni'), cha contiene anche materiale sul calcolo del tempo.

Il terzo lavoro di Quennar fu il Racconto degli Anni (da non confondere col Racconto degli Anni del Libro Rosso, che venne compilato presso i Grandi Smials). Questo è intimamente correlato agli Annali di Aman, ai quali era identico in molte parti. Chiaramente Quennar lesse i lavori di Rúmil, e Rúmil lesse quelli di Quennar, oppure questi lessero vicendevolmente i propri lavori e cercarono di renderli concordi.

Ma dopo l'ingresso nell'Anno Valiano 1500, che segna il passaggio dell'Helcaraxë da parte di Fingolfin e suoi seguaci, una nota dice: "Fin qui Quennar Onótimo fece compilazione di questo conteggio e computo degli anni. / Qui segue la continuazione che Pengoloð fece in Eressëa." [2]. Come nel caso di Rúmil , questo può indicare che Quennar preferì rimanere a Tirion e che quindi non avesse conoscenza delle successive vicende degli esiliati. Se fosse così, verrebbe da chiedersi perchè egli non continuò ugualmente a registrare i fatti di cui veniva a conoscenza: gli eventi in Aman; ed inoltre perchè, dopo la caduta di Morgoth, egli non riprese a scrivere ma lasciò invece che fosse Pengolodh a farlo. Può benissimo darsi che egli abbia perso interesse per la materia, ma se fosse così, questo sarebbe un caso isolato tra tutti i Noldor.

L'altra alternativa è che egli invece abbia seguito Fëanor nella Terra-di-Mezzo. Allora perchè cessò di scrivere? A causa di una morte improvvisa? Forse Quennar venne ucciso dagli Orchi alla Dagor Nuin-Giliath [3]? La risposta a questi interrogativi forse non l'avremo mai.

Tolkien fornisce una traduzione incerta del nome Quennar i Onótimo. Il primo nome potrebbe significare 'raccontatore-di-storie', o 'Elfo-oratore', o qualcos'altro. I Onótimo è apparentemente un epiteto o epessë che significa semplicemente 'Il Computista'[4].

Riferimenti

  1. MR Annals of Aman
  2. WJ The Tale of Years
  3. QS XIII
  4. Vinyar Tengwar #34: Morgoth's Ring

Dírhaval dei Rifugi

Dírhaval fu un menestrello che in tutta la sua vità realizzò un solo lay, ma che è diventato il più grande e, nelle epoche successive, il più ricordato di tutti i lay realizzati degli Uomini. Esso è il Narn i Chîn Húrin , 'Il Racconto dei Figli di Húrin'.

Dírhaval fu uno della casata di Hador, ed era probabilmente fuggito dal Dor-lómin giungendo ai Rifugi del Sirion. A motivo della sua stirpe, egli era molto interessato dalle imprese della sua casata e cercò informazioni tra gli altri rifugiati. Così incontrò Mablung del Doriath che gli raccontò molte cose su Túrin Turambar. Fortuna volle che incontrasse anche un vecchio uomo chiamato Andvír. Questi era figlio di Andróg che aveva fatto parte della banda di fuorilegge di Túrin.

Dírhaval si servì delle informazioni raccolte e scrisse in Sindarin un lungo lay, in pratica a quel tempo il più lungo di tutti, servendosi della versificazione detta minlamad thent (oppure minlamad estent ). Questa cosisteva di versi orali, non dissimili dal modo allitterativo dell'Antico Inglese. Il Narn i Chîn Húrin racconta i destini dei figli di Húrin, Túrin e Nienor, con enfasi su Túrin. E' una storia davvero tragica, parecchio lodata dagli Elfi e ricordata da questi. E' l'unica descrizione completa della vita di Túrin, e tutti gli altri scritti sul soggetto si rifanno ad essa.

Sfortunatamente, Dírhaval venne ucciso quando in fine i figli di Fëanor assalirono i Rifugi del Sirion nel terzo ed ultimo Fratricidio.

Il Narn venne successivamente portato a Tol Eressëa dagli Elfi di ritorno, grazie ai quali s'è preservata la maggior parte del poema. Ælfwine tradusse il Narn nella sua madrelingua, l'Antico Inglese, ma non cercò di conservare la metrica allitterativa. Il Professor Tolkien iniziò una traduzione versificata in Inglese, ma tristemente non venne mai finita.

Il significato del nome Dírhaval è incerto. Esso probabilmente deriva dalla lingua della Casata di Hador. Egli è stato anche erroneamente chiamato Dírhavel, ma la forma corretta è Dírhaval [1].

Riferimenti

  1. WJ Ælfwine and Dírhaval

Ælfwine d'Inghilterra

Il soggetto di Ælfwine, il navigatore che trovò la Strada Dritta e giunse a Tol Eressëa, è certamente quello più intricato e complicato nel campo degli autori. E' inoltre straordinario poichè è l'unico ad essere nato in una era del Dominio degli Genere Umano.

Ælfwine era un Anglo-Sassone, che viveva in Britannia durante il decimo secolo. Il suo nome è in Antico Inglese, e significa 'amico degli Elfi', a quei tempi un nome non proprio insolito. (E' stato chiamato anche  Ottor Wæfre , 'Lontra Vagabonda' [1], ma questo potrebbe derivare dalla confusione con un altro personaggio.) Egli era un discendente alla lontana di Eärendil, ed aveva, come tutti i discendenti di Eärendil, la brama del mare nel proprio sangue[2].

Ælfwine fu un marinaio ed un menestrello al servizio del re Eadweard's thegn Odda. Egli era chiamato Wídlást ('Colui che ha viaggiato lontano') e il suo padre era Éadwine, figlio di Óswine. Nacque a quanto pare attorno al 869 DC .

Quando Ælfwine aveva nove anni (878 D C ), suo padre salpò con la propria nave Éarendel per non far più ritorno. A motivo degli attacchi dei Danesi, la madre di Ælfwine (non nominata) fuggì col figlio da Somerset, dove vivevano, andando nel Galles Occidentale, dove vivevano i suoi familiari.

Una volta raggiunta l'età virile ed appresa la lingua gallese e molti espedienti della navigazione, Ælfwine tornò a Somerset per servire il Re nelle guerre. Al servizio di Odda navigò molti mari e visitò sia il Galles che l'Irlanda molte volte. Nei suoi viaggi ricercò sempre i racconti del mare, e perciò udì le leggende irlandesi di Maelduin e San Brendan, coloro che solcarono i mari, e giunsero presso "molte isole in successione, dove incontrarono meraviglie su meraviglie" [3]. Egli udì anche di una grande landa ad ovest che era stata affondata. I sopravvissuti al disastro si stabilirono in Irlanda e lì declinarono; e i successori di questi uomini avevano tutti la brama per il mare nel loro sangue, così che molti salpavano verso ovest senza fare più ritorno. Ælfwine pensò di essere uno di quei discendenti.

Attorno all'anno 915, in autunno, i Danesi attaccarono Porlock. Questi furono inizialmente respinti e nottetempo la compagnia di Ælfwine riuscì a catturare una cnearr (una piccola nave) danese. Il miglior amico di Ælfwine era Tréowine dei Confini. All'alba Ælfwine disse a Tréowine di avere intenzione di salpare verso ovest, forse verso il paese del leggendario re Sheaf. Aveva programmato questo viaggio da lungo tempo ed aveva preparato una provvista di cibo e acqua. Tréowine acconsentì ad accompagnarlo almeno tanto lontano quanto l'Irlanda. Ad essi si unirono altri due compagni: Ceola di Somerset e Geraint del Galles Occidentale. Quindi salparono.

Navigarono verso ovest ed oltrepassarono l'Irlanda, e dopo molti giorni i viaggiatori erano esausti. Scese su di loro una "morte onirica", e presto caddero svenuti. L'ultima cosa nota del viaggio è che Tréowine vide il mondo affondare sotto di loro: avevano cominciato la Via Dritta [1, 3].

E' incerto cosa accadde ai compagni di Ælfwine dopo che perdettero i sensi. In verità, è incerto quanti lo seguirono lungo tutta la Via Dritta. Che Tréowine fosse con lui è certo, perchè è menzionato (ma anch'egli scompare dal racconto in questo punto). Gli altri potrebbero essere rimasti in Irlanda oppure, come dice un'altra versione, saltarono in mare quando la nave s'alzò dalla superficie del mare [3].

In ogni caso, quando Ælfwine si svegliò, si trovò disteso su una spiaggia mentre un gruppo di Elfi trascinava la sua barca sulla riva [3]. Era giunto a Tol Eressëa. Familiarizzò presto coi Noldor che vivevano sull'isola, ed ottenne svariati nomi: Eriol, 'Colui che sogna da solo', Angol, 'Scogliera-di-ferro' (con riferimento alle coste della sua terra natia) [4], e Sarothron, 'Viaggiatore' [5]. Imparò la lingua degli isolani, e dopo un po' di tempo si recò nell'entroterra.

Giunse presto ad un villaggio chiamato Tavrobel, nel quale soggiornò per parecchio tempo. In questo villaggio viveva anche Pengolodh , ed Ælfwine apprese molto da quest'ultimo. Pengolodh gli narrò l'Ainulindalë [6], e gli mostrò il Lammas [7], il Quenta Silmarillion, il Libro Dorato [8], Il Narn i Chîn Húrin [9], e gli Annali di Aman e del Beleriand [10]. Ælfwine imparò molte di queste opere a memoria, e tradusse il Silmarillion, gli Annali e il Narn in Antico Inglese (per lo più dopo il suo ritorno in Britannia), fornendo spiegazioni su molti nomi [8, 9]. Pengolodh diede inoltre ad Ælfwine risposte su specifiche questioni. Una è conservata nel manoscritto chiamato Dangweth Pengoloð ('La Risposta di Pengolodh'), probabilmente scritto sia da Ælfwine che da Pengolodh, in cui il secondo spiega perchè le lingue elfiche subirono quei determinati mutamenti [11].

Non è noto per quanto tempo Ælfwine soggiornò a Tol Eressëa, ma si può sicuramente ipotizzare che fu per parecchi anni — tanto a lungo da apprendere almeno una nuova lingua, da imparare a memoria molte lunghe opere, e da iniziare a tradurle. Alla fine tornò in Britannia, ma cosa gli accadde una volta tornatovi non è noto. Si sa, tuttavia, che egli continuò a tradurre le opere che aveva ricevuto o imparato, e che il Professor Tolkien utilizzò molti dei suoi scritti nelle proprie traduzioni [6].

Riferimenti

  1. BLT 2 The History of Eriol or Ælfwine
  2. SD The Notion Club Papers (part two)
  3. LRW The Lost Road
  4. BLT 1 Appendix
  5. Parma Eldalamberon #11 1995: Gnomish Lexicon
  6. MR Ainulindalë
  7. LRW The Lhammas
  8. LRW Quenta Silmarillion
  9. WJ Ælfwine and Dírhaval
  10. SM The Earliest Annals of Valinor
  11. PM Dangweth Pengoloð

Appendice 1: Il Libro Rosso

Il Libro Rosso sembra essere la principale fonte delle nostre conoscenze della storia della Terza Era. Esso consiste di diverse parti, i cui più importanti contributori furono Bilbo e Frodo Baggins, e Sam Gamgee.

Una volta tornato dalla cerca di Erebor, Bilbo Baggins inziò a scrivere un diario sulle sue avventure. Quando, alla eminente età di 111 anni, si recò a Granburrone, portò con sè il diario, e continuò a scriverlo. Allora egli probabilmente scrisse molte poesie, alcune delle quali furono scritte sui margini del diario o in pagine sciolte [1]. A Granburrone Bilbo si dedicò anche alla traduzione di parecchi Libri di Sapienza degli Elfi (3003-3018 TE). Questi riguardavano principalmente i Vecchi Giorni, e potrebbero aver contenuto opere quali il Quenta Silmarillion di Pengolodh e l'Ainulindalë di Rúmil . Per questo egli utilizzò tutte le fonti ivi disponibili, e queste erano molte. Oltre ai numerosi testi, egli aveva accesso diretto a gente che parlava i vecchi linguaggi. Il risultato furono tre grossi volumi in pelle rossa chiamati Traduzioni dall'elfico. Quest'opera venne considerata un lavoro ben fatto perfino dagli Elfi.

Dopo la Guerra dell'Anello, Frodo Baggins riportò i tre volumi ed il diario nella Contea ed iniziò (3020-1 TE) ad aggiungere il proprio resoconto della guerra, che venne visto come una continuazione dell'avventura di Bilbo [2]. Da questo punto in poi venne probabilmente aggiunto, in vari periodi, materiale proveniente dagli archivi di Gondor, messi a disposizione di Frodo da Peregrino Tuc grazie al Re Elessar; specialmente i volumi Il Libro dei Re, Il Libro dei Sovrintendenti, e l' Akallabêth [3].

Quando Frodo si recò ai Porti Grigi aveva quasi finito il racconto, e diede il libro a Sam Gamgee affinchè questi lo ultimasse. Il libro allora aveva 80 capitoli, e la pagina iniziale era piena di possibili intestazioni. Inizialmente, Bilbo aveva scritto:

Il mio diario. Il mio Viaggio Inaspettato. Andata e Ritorno. E Cosa Accadde Dopo. Avventure di Cinque Hobbits. Il Racconto del Grande Anello, compilato da Bilbo Baggins basandosi sulle proprie esperienze e sul resoconto dei suoi amici. Cosa abbiamo fatto durante la Guerra dell'Anello.

Ma queste erano state tutte cancellate con una riga. Sotto, Frodo aveva scritto:

LA CADUTA
DEL
SIGNORE DEGLI ANELLI
E IL
RITORNO DEL RE
(secondo quanto visto dalla Gente Piccola; essendo la memorie di Bilbo e Frodo della Contea, integrate con i resocnoti dei loro amici e con la dottrina del Saggio.)
Assieme ad estratti dei Libri di Sapienza tradotti da Bilbo a Granburrone. [4]

Sam Gamgee probabilmente completò il racconto quando, nell'anno 60 della Quarta Era, si recò ai Porti. Egli quindi diede il libro a sua figlia Elanor [5].

Da allora il libro venne conservato dai discendenti di Elanor, i Bambini Biondi delle Sottotorri che vivano nei Confini Occidentali, un'area recentemente annessa alla Contea. I libri raccolti furono quindi chiamati il Libro Rosso dei Confini Occidentali , e venne aggiunto un quinto volume. Esso conteneva commenti, genealogie, e molte altre cose riguardanti gli Hobbit dei Nove Viandanti [2].

La prima copia del Libro Rosso fu il cosiddetto Libro di Thain. Fu una copia realizzata su richiesta del re Elessar, e la sua importanza risiede nel fatto che essa contiene molto che più tardi andò perduto o omesso. Più tardi a Gondor, questa copia fu molto annotata e molti nomi e citazioni vennero corrette. Venne anche aggiunto, qualche tempo dopo il trapasso di Re Elessar nel 120 TE, Il Racconto di Aragorn ed Arwen, dal momento che queste parti non figurano nella narrazione del Libro Rosso. Esso venne compilato dal Sovrintendente Barahir, nipote di Faramir.

La seconda copia fu realizzata da Findegil, il Re Scrittore di Gondor. Questa fu una copia identica del Libro di Thain che era conservato a Gondor. Queste due copie furono le sole a contenere ogni parte dell'originale, oltre alle annotazioni gondoriane. La copia di Findegil fu l'unica sopravvissuta fino ai giorni di Tolkien a contenere le Traduzioni dall'elfico di Bilbo. Venne commissionata dai nipoti di Peregrino Tuc e, una volta completata nel 172 TA in Gondor, venne conservata presso i Grandi Smials.

Oltre a queste, molte altre copie vennero realizzate per i discendenti di Sam Gamgee. Anche a queste copie vennero in seguito aggiunte molte note, commenti e poesie [1]. Il Libro Rosso originale andò perduto, ma le copie rimasero. Queste furono la principale fonte da cui attinse il professor Tolkien per il suo racconto della Guerra dell'Anello. Tuttavia, quando egli pubblicò le prime edizioni, egli non aveva trovato tutte le descrizioni corrette, oppure non volle servirsene. Per esempio, nei suoi primi scritti sull'avventura di Bilbo nelle Montagne Nebbiose, la storia derivò da una versione del Libro Rosso in cui venne stampata la 'bugia' di Bilbo: cioè che gli era stato promesso un regalo da Gollum, ma dal momento che Gollum non aveva potuto dare l'Anello a Bilbo, gli venne invece mostrata la via d'uscita. In realtà, a Bilbo non venne mai offerto l'Anello[2].

Riferimenti

  1. ATB Prologue
  2. LR Prologue
  3. LR Appendix A (First Edition)
  4. LR The Grey Havens
  5. LR Appendix B

Appendice 2: I Libri di Sapienza

Viene qui considerato un gruppo di opere che sono o semplici riferimenti, ma che sembrano avere qualche importanza, o opere i cui autori sono sconosciuti.

Akallabêth significa 'La Rovina' in Adûnaico, ed è un resoconto della caduta Númenor. Fu scritto da Elendil [1] e conservato a Gondor. Ivi venne letto da Frodo Baggins e Peregrino Tuc ed utilizzato come una fonte per il Libro Rosso [2].

Aldudénie fu scritto dal Vanya Elemmíre e racconta la morte dei Due Alberi; è noto a tutti gli Eldar [3]. Il nome Aldudénie significa 'Lamento per i Due Alberi' in quello che dovrebbe essere il dialetto Vanya del Quenya (dal momento che il Quenya Noldorin non consente /d/ come consonante isolata).

Il Libro dei Re fu un memoriale conservato a Gondor, essendo indubbiamente una biografia dei suoi reggenti. A Frodo Baggins e Peregrino Tuc venne concesso di leggerlo, e Tolkien probabilmente ne fece uso nelle sue traduzioni [2]. La malvagia regina Berúthiel ebbe l'onore di venire cancellata dalla sue pagine [4].

Il Libro dei Sovrintendenti fu un memoriale, probabilmente simile al Libro dei Re. A Frodo Baggins e Peregrino Tuc venne concesso di leggerlo [2].

Dorgannas Iaur è un resoconto de "le forme delle lande dell'antichità". Venne scritto da Torhir Ifant, ed Ælfwine lo nomina nella sua traduzione del Silmarillion per chiarire la posizione dei reami del Beleriand [5]. La citazione sopra riportata è l'unica spiegazione del titolo. Dor significa 'landa' e iaur significa 'vecchio' [6], così presumibilmente -gannas significa 'forma' (comparare col Quenya canta [7]).

Indis i·Ciryamo o 'La Moglie del Marinaio' racconta le vite di Tar-Aldarion, il sesto re di Númenor, e di sua moglie Erendis. E' una delle poche storie ad essere sopravvissuta alla caduta, grazie ad Elendil, che mostrò un interesse personale per la storia [1]. Il titolo completo dell'opera fu Indis i·Ciryamo 'La Moglie del Marinaio': un racconto dell'antica Númenórë, che narra del primo sussurro dell'Ombra. Un'altra versione è intitolata L'Ombra dell'Ombra: Il Racconto della Moglie del Marinaio; e il Racconto della Regina Pastorella. [8]

Il Lay di Eärendil racconta dei viaggi di Eärendil in terre e mari ignoti [9]. Si conosce poco di quest'opera. C'è un frammento di testo allitterativo in Inglese che potrebbe essere una sua traduzione, poi abbandonata [10]. Se fosse così, i versi originali erano probabilmente scritti nello stesso modo di Il Narn i Chîn Húrin, minlamad thent.

Il Lay della Caduta di Gondolin riferisce dell'arrivo di Tuor a Gondolin, del suo saccheggio da parte di Morgoth e dell'eroica difesa della città [10]. Potrebbe essere stato scritto da Pengolodh. Il lay può probabilmente essere uguagliato a La Caduta di Gondolin cui si fa riferimento ne Il Silmarillion [11].

Il Lay di Leithian racconta la storia di Beren e Lúthien e la cerca del Silmaril. E' la seconda per lunghezza delle canzoni della Prima Età (essendo la più lunga Il Narn i Chîn Húrin) [12], e fu scritta nella versificazione chiamata ann-thennath . Alla fine della Terza Era l'unica persona a ricordarselo interamente era Elrond [13]. Una grossa parte di esso, tuttavia, è sopravvissuta grazie alle traduzioni incomplete di Tolkien; esso potrebbe essere stato incluso nelle Traduzioni dall'elfico di Bilbo Baggins. Leithian apparentemente significa 'liberazione dalla schiavitù' [14].

Narsilion, la Canzone del Sole e della Luna, narra la creazione e la consacrazione del sole e della luna [15]. Narsilion significa semplicemente 'Del Sole e della Luna'; il titolo completo fu probabilmente Linde Narsilion o qualcosa di simile.

Noldolantë , 'Caduta dei Noldor', fu un lamento per il Fratricidio di Alqualonde. Venne scritto da Maglor [16].

Vecchi Vocaboli e Nomi nella Contea fu un trattato scritto da Meriadoc Brandybuck qualche tempo dopo l'anno 11 QE, quando questi divenne Capo della Terra di Buck. In particolare, esso analizza le relazioni tra comuni vocaboli della Contea e la lingua dei Rohirrim. L'opera venne conservata a Villa Brandy [17].

Parma Culuina, o il Libro Dorato, fu un libro di sapienza che era conservato nella città di Kortirion a Tol Eressëa. Pengolodh se ne servì nella stesura del Quenta Silmarillion, e ad Ælfwine ne venne concessa la lettura [18].

Quentalë Ardanómion è un opera che tratta dei Nani; non si sa nient'altro a parte ciò. Ælfwine se ne servì nella sua descrizione dei Nani nella sua traduzione del Silmarillion [5]. Quentalë significa 'Storia'. Ardanómion significa 'Sui {?}i del Mondo' (l'elemento Quenya nóm non è conosciuto, ma potrebbe essere una interpretazione errata di norn , che significa 'Nano').

IlComputo degli Anni fu un testo che discuteva della relazioni tra i diversi calendari in uso nella Contea, Brea, Granburrone, Gondor e Rohan. Fu scritto da Meriadoc Brandybuck qualche tempo dopo l'anno 11 QE , e conservato a Villa Brandy [16].

Il Racconto degli Anni fu una cronologia della Seconda e della Terza Era, probabilmente compilata presso i Grandi Smials. La maggior parte delle informazioni derivano da Meriadoc Brandybuck, che probabilmente ne ottenne una parte da Granburrone . Una volta completato, il Racconto degli Anni fu conservato presso i Grandi Smials. Tolkien fa molto affidamento su quest'opera nella stesura dell'Appendice B de Il Signore degli Anelli [17].

Pellegialla, o il Libro degli Anni di Tucburgo, fu un registro delle nascite, matrimoni e morti tra i Tuc, oltre a contenere altri tipi di informazione, tipo le vendite dei terreni. Potrebbe essere stato iniziato nel 2000 TE , e venne tramandato ai giorni di Frodo, diventando il più vecchio documento della Contea ad essere sopravvissuto negli anni [19].

Riferimenti

  1. UT 2 III
  2. LR Appendix A (First Edition)
  3. QS VIII
  4. UT Istari
  5. WJ The Later Quenta Silmarillion
  6. S Index
  7. LRW Etymologies
  8. UT Introduction "Part Two" II
  9. QS XXIV
  10. LB 2
  11. QS XXIII
  12. QS XIX
  13. LL
  14. LR 1 XI
  15. QS XI
  16. QS IX
  17. LR Prologue Note
  18. LRW Quenta Silmarillion
  19. LR Appendix D Calendars

Appendice 3: Carta sulle Trasmissioni delle Leggende

" " = Opere importanti    Autori
( ) = Traduzioni          Regioni
 >  = Direzione del flusso d'informazioni

                          Quennar i Onótimo
                        "Sull'Inizio del Tempo..."
                            "Yénonótië"
                        "Il Racconto degli Anni"
               Rúmil             |                     "Parma Culuina"
          "Annali di Aman"---<---|           Doriath          |
            "Ambarcanta"         |      "Gli Annali Grigi"    |
           "Ainulindalë"         |              |             |
                 |               |              |  Pengolodh  |            Dírhaval
                 |--------->-----+----->----"Quenta Silmarillion"--<--"Narn i Chîn Húrin"
                 |                                "Lammas"
                 |                                    |
                 |----------------<-------------------+
                 |
                 |------------>--------+--------->--------+
                 |                     |                  |
                 |                  Númenor           Granburrone
                 |             "Indis i·Ciryamo"   "Libri di Sapienza"
                 |                     |                  |
                 |                     |                  |
                 |                 Arnor e                |
                 |                   Gondor               |           Bilbo Baggins
                 |              "Libro dei Re"            |          "Il Mio Diario"
                 |        "Libro dei Sovrintendenti"      +--------("Traduzioni dall'Elfico")
                 |               "Akallabêth"                                 |
   "Quentalë     |   Torhir Ifant      |               Frodo Baggins          |
   Ardanómion"   | "Dorgannas Iaur"    |                 Sam Gamgee           |
        |        |       |             |------>----"Il Signore degli Anelli"  |
        |        |       |             |                        |             |
        |        |       |             |                       "Il Libro Rosso dei Confini Occidentali"
        |        |       |             |          Findegil                    |
        |        |       |-->--------------"Il Libro di Thain"------<---------|
        |        |       |             |             |                  [Molte copie]        La Contea
        |    Ælfwine     |             |             |                        |      "Il Racconto degli Anni"
      ("Quenta Silmarillion")          |             +----------->------------|               |
         ("Annali di Aman")            |                                      |               |
          ("Annali Grigi")             |                                      |               |
                 |                     |                                      |               |
                 +-------->------------|-------------------<------------------+-------<-------+
                                       |
                                J. R. R. Tolkien
                                 ("Lo Hobbit")
                          ("Il Signore degli Anelli")
                              ("Il Silmarillion")


Il documento originale è reperibile a questo indirizzo
Modificato il 13/12 2000