Anche compitato: Khuzdûl
Anche denominato: Nanesco
Nel secondo capitolo del Silmarillion apprendiamo che non appena Aulë ebbe creato i Sette Padri dei Nani, egli "già prendeva a insegnare ai Nani il linguaggio che aveva elaborato per loro". Il nome proprio per il loro linguaggio fu Khuzdul, il quale evidentemente è semplicemente "Nanesco", i Nani chiamavano se stessi Khazâd (il singolare può effettivamente essere *Khuzd). Leggiamo che "secondo le loro leggende il loro procreatore, Aulë il Vala, aveva creato questa [lingua] per loro e l'aveva insegnata ai Sette Padri prima che essi fossero deposti a riposare fino che il tempo per il loro destarsi fosse giunto. Dopo il loro risveglio tale linguaggio (come tutti i linguaggi e tutte le altre cose in Arda) mutò nel tempo, e divergentemente nelle residenze che furono allontanate. Ma le modifiche furono così lente e le divergenze così ridotte che pure nella Terza Era fra tutti i Nani conversare nella loro propria lingua era agevole. Come essi dissero, le modifiche nel Khuzdul a confronto con la lingua degli Elfi, ed ancor più con quelle degli Uomini, era 'come lo sgretolarsi di dura roccia comparato con lo sciogliersi della neve' " (PM:323). Anche Pengolodh commenta sulla "tradizione che essi hanno... che Aule divisò per essi la loro lingua nel principio, e pertanto essa cambiò di poco" (WJ:402). Per contrasto un linguaggio gestuale che i Nani avevano escogitato per se stessi, il cosiddetto iglishmêk, era più mutevole.
Ma per quanto ben preservato, il Khuzdul fu raramente appreso da altri che non i Nani stessi. Leggende posteriori affermavano che in Valinor, Aulë aveva reso edotto Fëanor del linguaggio che aveva creato per i Nani, ma Tolkien notò che ciò non fosse necessariamente vero; forse era giusta una storia dovuta alla fama di Fëanor (VT39:10). Nella Terra di Mezzo, gli Elfi non erano particolarmente interessati al Nanesco, e ad ogni modo non consideravano altamente tale linguaggio: "non riuscivano a capire nulla della lingua dei Naugrim [Nani], che alle loro orecchie suonava aspra e sgradevole; e ben pochi degli Eldar son mai riusciti a padroneggiarla" (Silmarillon cap. 10). Pure Tolkien stesso attesta il fatto che "il Nanesco era sia complicato che cacofonico. Pure i primi filologi elfici lo evitavano" (Lettere:31). Ma pure quando qualcuno effettivamente intendeva apprendere il Khuzdul, i Nani stessi furono assai riluttanti ad insegnarlo. Il loro proprio linguaggio era "un segreto che [...] non rivelavano a nessuno, nemmeno ai loro amici" (SdA Appendice F). Una teoria è che essi sentissero che il Khuzdul apparteneva esclusivamente alla loro razza, e che nessun'altra avesse alcun diritto di comprenderlo. Quando volessero comunicare con altre razze, usualmente per scopi commerciali, essi avrebbero piuttosto appreso il linguaggio degli altri piuttosto che istruirli al Khuzdul - pure se l'altra parte fosse disposta ad apprenderlo. Soltanto due o tre volte tutte le lunghe ere della Terra di Mezzo i Nani insegnarono zelantemente la loro lingua a popoli di razze aliene. Nella Prima Era, quando la Casa di Hador giunse per prima nel Beleriand dell'oriente ed incontrò i Lungobarbi, una speciale amicizia sorse fra le due razze in quanto tali Uomini, essendo abili cavalieri, avrebbero potuto offrire ai Nani qualche protezione contro gli Orchi. Quindi i Nani effettivamente "non erano indisposti ad insegnare la loro propria lingua agli Uomini coi quali ebbero speciale amicizia, ma gli Uomini la trovavano difficoltosa ed erano lenti nell'apprendere più di qualche termine isolato, molti dei quali essi li adattarono e li assunsero nei loro linguaggi." (PM:303. Nondimeno, sembra che il Khuzdul avesse influenzato pure la struttura elementare dell'Adûnaico, un linguaggio discendente dalla lingua dei primi Edain.) L'interesse Elfico per il Khuzdul era basso nella Prima Era, ma v'era almeno un'eccezione: "Curufin fu molto interessato al linguaggio alieno dei Nani, essendo l'unico dei Ñoldor a conquistare la loro amicizia. Fu da egli che i maestri di tradizione ottennero quel poco di conoscenza che poterono del Khuzdûl." (PM:358) Almeno un vocabolo Khuzdul trovò posto in Sindarin: kheled "vetro", che appare in Grigio-elfico come heledh (vedere l'Appendice del Silmarillion , voce khelek-). Il vocabolo Khuzdul Khazâd, "Nani", fu adattato in Quenya come Casar "Nano" ed in Sindarin come Hadhod (la razza Nanesca essendo definita Hadhodrim, WJ:388). Viceversa, i Nani sembrano aver preso a prestito almeno un termine dal Sindarin: kibil "argento" deve essere correlato al Grigio-elfico celeb.
Molto più tardi, nella Seconda Era, i Nani riluttantemente permisero a pochi Elfi di apprendere un poco di Khuzdul puramente nell'interesse della scienza: "essi comprendevano e rispettavano il disinteressato desiderio di conoscenza, e ad alcuni dei maestri di tradizione Ñoldorin posteriori fu consentito di apprendere abbastanza sia della loro lambe (aglâb) ["lingua" in Quenya e Khuzdul] che del loro iglishmêk [codice gestuale] per comprendere i loro sistemi." Pengolodh l'Erudito diGondolin è detto "aver dimorato per un periodo fra i Nani di Casarrondo (Khazad-dûm)" (WJ:395, 396). Tali successivi maestri di tradizione evidentemente avevano un atteggiamento meno arrogante dei loro collegi [penso sia un errore dattilografico per 'colleghi', N.d.T.] nell'era precedente, che eccetto che per Curufin deliberatamente "evitarono" il Khuzdul (Lettere:31).
Su di un punto, comunque, i Nani furono sempre "rigidamente reticenti... Per ragioni che né gli Elfi né gli Uomini compresero mai pienamente essi non avrebbero rivelato alcun nome personale a popoli di altra stirpe, né più tardi quand'essi ebbero acquisito le arti della scrittura avrebbero mai concesso che questi fossero incisi o scritti. Essi pertanto presero nomi dai quali potessero essere riconosciuti dai loro alleati in forme Umaniche." (PM:304) L'Appendice F in SdA lo conferma: "I loro veri nomi segreti non furono mai rivelati dai Nani a gente di razza diversa, e nemmeno scritti sulle pietre tombali." Perciò i nomi di Balin e Fundin, che ricorrono in un contesto Khuzdul sulla lastra sopra la tomba di Balin, non erano in sé Khuzdul. Erano nomi Umanici, meramente i nomi sostitutivi che Balin e suo padre Fundin utilizzavano quand'erano presenti esseri di razza non Nanesca.
Nel capitolo 20 del Silmarillion, è dato un nome Nanesco, Azaghâl, il nome del Signore dei Nani di Belegost. Forse è un titolo o soprannome piuttosto che il suo vero "nome intimo". È stato suggerito che esso significhi "guerriero", essendo correlato al verbo Númenoreano azgarâ- "muovere guerra" (SD:439). Vi è anche il nome Gamil Zirak, il nome di un fabbro nanesco, maestro di Telchar di Nogrod (UT:76). Forse è giusto un altro soprannome, o il suo nome può essere trapelato presso i non Nani accidentalmente, per il suo grande e duravole rammarico. D'altra parte, i Nanerottoli evidentemente non tentarono di occultare i loro nomi Khuzdul. Nel capitolo 21 del Silmarillion, il Nanerottolo Mîm prontamente dice a Túrin non soltanto il suo proprio nome, ma anche i nomi dei suoi figli Khîm e Ibun. Forse tale scioccante indiscrezione fu una delle cose per le quali i normali Nani odiavano i Nanerottoli.
Tuttavia, i Nani non sentivano che fosse improprio rivelare i nomi dei luoghi. Gimli di sua propria iniziativa riportò alla Compagnia come i Nani chiamavano le montagne sopra Moria e Moria stessa: "le conosco e conosco i loro nomi, perché ai loro piedi giace Khazad-dûm, il Nanosterro... Laggiù si erge Barazinbar, il Cornorosso... e al di là vi sono Argentacuspide e Vettanubi:... che noi chiamiano Zirakzigil e Bundushathûr." (SdA1/II cap. 5 [cap. 3 nell'edizione italiana! N.d.T.]) I Nani non erano necessariamente offesi se altri conoscessero qualche nome di luogo Khuzdul. Quando Gimli giunse a Lórien, ancora adirato poiché gli Elfi a tutta prima imposero che fosse bendato, Galadriel gli disse: "Oscura è l'acqua del Kheled-zâram, e gelide le sorgive di Kibil-nâla, ma splendidi erano i saloni dalle mille colonne a Khazad-dûm nei Tempi Remoti prima della caduta dei potenti re della roccia profonda." Vi è detto che "il Nano, udendo pronunciare i nomi nella propria antica lingua, levò gli occhi incontrando i suoi; e gli parve di penetrare nel cuore di un nemico all'improvviso e di trovarvi amore e comprensione. Meraviglia comparve sul suo volto,ed egli rispose con un sorriso" (SdA1/II cap. 7). Così Gimli percepì l'uso [da parte, N.d.T.] di Galadriel degli antichi nomi Khuzdul come un gesto amichevole. Addietro nella Prima Era, il Nanerottolo Mîm disse che il colle nel quale viveva "Amon Rûdh così quel colle è detto oggi, avendo gli Elfi cambiato tutti i nomi" - suggerendo che ciò lo irritasse.
Riguardo al Khuzdul, Tolkien afferma che "tale lingua è stata abbozzata in qualche dettaglio di struttura, se con un vocabolario assai ridotto" (PM:300). Esso evidentemente giunse in essere negli anni Trenta. I nomi Khuzdul Khazaddûm e Gabilgathol compaiono in una primeva versione del Silmarillion; vedere LR:274. Qui troviamo anche Khuzûd come il nome che i Nani [davano, N.d.T.] alla loro propria specie, posteriormente modificato in Khazâd. Il nome Khazaddûm Tolkien lo applicò dapprima a Nogrod, non a Moria. Christopher Tolkien commenta: "Khazaddûm è la prima occorrenza del celebre nome. È interessante osservare che esso esisteva - ma come il nome Nanesco di Nogrod - già a quel tempo. Più tardi il nome Nanesco di Nogrod fu Tumunzahar... Gabilgathol, ora apparendo per la prima volta, rimase come il nome Nanesco di Belegost." (LR:278)
Del linguaggio Nanesco si è detto che "strutturalmente e grammaticalmente differiva ampiamente da tutti gli altri linguaggi dell'Ovest a quel tempo" (PM:316-317). Sembra che fosse ampiamente stimato come il proverbiale "linguaggio difficile", come molti Occidentali pensano del cinese oggi.
La fonologia era in taluni rispetti peculiare comparata ad altri linguaggi contemporanei. Vi erano almeno due occlusive aspirate, kh e th, i.e k e t seguite dalla h. (Notare che kh e th non denotano qui il tedesco ach-Laut e il th come nell'inglese thin, come tali digrafi spesso fanno nella compitazione di Tolkien.) Anche le iniziali inglesi k e t sono aspirate, ma probabilmente non così fortemente come in Khuzdul. Il Khuzdul possedeva anche occlusive non aspirate, come le k e t francesi e russe, ma diversamente dalla situazione in inglese, francese e russo, in Khuzdul k e t sono fonemi a sé stanti, che devono essere distinti da kh e th. Siccome conosciamo assai pochi vocaboli Khuzdul, è a malapena sorprendente che non abbiamo coppie minime, ma k vs. kh e t vs. th sono viste in contrasto inizialmente: Kibil-nâla vs. Khazad-dûm e Tumunzahar vs. Tharkûn. Altre consonanti includono l'esplosiva sonora b, le spiranti sorde f e s, le spiranti sonore z e gh, le laterali l, le vibranti r (alcuni Nani usavano una R uvulare, altri evidentemente vibravano la R), le nasali n ed m, ed una semivocale, y.
Se alcune consonanti erano alquanto peculiari, il sistema vocalico era bellamente ordinario. Le vocali brevi sembrano formare un classico sistema pentavocalico, a, i, e, o, u. Secondo le note di Tolkien sulle Rune di Daeron, anche la riduzione di vocali come quelle udite in butter era comune, ma esse non sono direttamente attestate (a meno che qualcuna delle u ed e rappresenti tali vocali). Quattro vocali lunghe sono attestate, â, ê, î ed û. L'apparente assenza della *ô può ben essere dovuta al nostro ridotto corpus. Le vocali lunghe possono essere accorciate quando non toniche (?), confrontare Khazâd con Khazad-dûm. (Effettivamente non sappiamo nulla su come i vocaboli Khuzdul siano accentati.)
La struttura elementare del Khuzdul rassomiglia a quella dei linguaggi Semitici, come l'arabo e l'ebraico. Le radici dalle quali i termini sono derivati non sono di per sé vocaboli pronunciabili, ma consistono solamente di consonanti. Sostantivi, verbi, aggettivi etc. sono derivati non soltanto da prefissi e suffissi (se tali accorgimenti sono usati al postutto), ma anche dall'inserimento di certe vocali tra tali consonanti, talvolta anche dal raddoppio di una delle consonanti. Spesso i vocaboli sono effettivamente inflessi da modifiche vocaliche interne invece di aggiungere affissi: Rukhs indica "Orco", ma il plurale "Orchi" è Rakhâs. Le consonanti delle radici - i cosiddetti radicali - rimangono le stesse, come *R-Kh-S in tal caso. In Khuzdul così come nei linguaggi Semitici, vi sono usualmente tre radicali nella radice; diverse di tali radici sonio menzionate in TI:174 e RS:466: B-R-Z "rosso", B-N-D "capo", K-B-L "argento", N-R-G "nero". Un esempio di una radice biconsonantica è Z-N "nero, fosco" (RS:466). Naturalmente, le vocali saranno aggiunte quando tali radici appaiono come effettivi vocaboli, e.g. baraz "rosso" o bund "capo" da B-R-Z, B-N-D. I radicali Kh-Z-D contengono la generale idea di "nanescaggine" [Brrr! Ma trovate voi il miglior modo di rendere 'dwarvishness'! N.d.T.] e possono essere osservati in vocaboli tali come Khazâd "Nani" e Khuzdul "Nanesco" ("d'Orchi" dovrebbe presumibilmente essere *Rukhsul). I medesimi radicali Kh-Z-D sono evidentemente presenti nell'antico nome Khuzdul di Nargothrond, Nulukkhizdîn, ma il preciso significato di tal nome è ignoto (notare che Nulukkizdîn nel Silmarillion cap. 21 è un errore ortografico; vedere WJ:180). Il significato più elementare di Kh-Z-D può avere qualcosa a che fare col numero "sette", comparare l'Adûnaico hazid (SD:428). I Nani discendevano dai Sette Padri ed erano suddivisi in Sette Casate - e come sappiamo, i nani (sic!) sono ancora associati al numero sette pure nell'assai tarda ed assai puerile mitologia Umanica.
Come è già stato menzionato, il nostro corpus Khuzdul è assai ridotto. VI sono pochi nomi, come Khazad-dûm e Zirak-zigil, l'iscrizione sulla tomba di Balin, ed un grido di battaglia: Baruk Khazad! Khazad ai-mênu! "Asce dei Nani! I Nani vi assaltano!" [letteralmente "i Nani sono su di voi", N.d.T.]
Baruk Khazâd! è detto significare "Asce dei Nani!" Baruk è usualmente preso come un esempio di qualcosa di simile allo "stato del costrutto" ebraico: lo stato di un vocabolo è detto essere [tale, N.d.T.] quando esso è collocato di fronte ad un sostantivo ad esprimere una relazione genitivale: X Y indicando "X di Y" oppure "Y-ico X". (Confrontare l'ebraico sûs "cavallo", hammelekh "il re", sûs hammelekh "il cavallo reale, il cavallo del re".) Naturalmente, non possiamo essere certi che baruk sia il normale plurale "asce" e non una forma specializzata che significa "asce di". Può essere significativo che tutti gli altri plurali attestati contengano una vocale lunga: Khazâd "Nani", Rakhâs "Orchi", tarâg "barbe", shathûr "nubi", ûl "torrenti", dûm "escavazioni, saloni". Il normale plurale "asce" potrebbe essere *barûk? Shathûr "nubi" può rappresentare un modello di plurale in -a-û-. In ebraico, le vocali dei vocaboli nello stato del costrutto sono spesso accorciate. Oppure, dato che u è chiaramente un elemento Nanesco che significa "di" (Bund-u-shathûr "Vetta nelle/delle Nubi", TI:174), esso è incorporato in baruk, inserito fra il secondo ed il terzo radicale? Vocaboli con tre semplici radicali (1-2-3) sembrano avere forme singolari in 1u23 (bund "vetta", Rukhs "Orco" - radicali B-N-D, *R-Kh-S) e plurali in 1a2â3 (Rakhâs "Orchi", comparare Khazâd "Nani" e tarâg "barbe" da *Kh-Z-D e *T-R-G). Siccome baruk sembra avere una simile struttura radicale di tre consonanti (*B-R-K), possiamo forse aggiungere uno stato del contrutto plurale in 1a2u3 al paradigma e coniugare B-R-K "ascia" come segue: singolare *burk "ascia", normale plurale *barâk "asce", stato del costrutto plurale baruk "[le] asce di" (e similmente e.g. *tarug Khazâd "le barbe dei Nani" dalla forma attestata tarâg "barbe"?) Lo stato del costrutto singolare può avere la forma 1u23u (*burku Khazâd "l'ascia dei Nani"), se Bundushathûr è semplicemente *Bundu Shathûr "Vetta di Nubi" che viene scritto in una [unica, N.d.T.] parola quando usato come il nome di un monte (B-N-D "vetta").
La seconda parte del grido di battaglia è Khazâd ai-mênu! "I Nani sono su di voi!", la nostra sola reale proposizione. Ai-mênu è "su di voi", ai essendo una forma corta di aya "sopra" e mênu essendo l'accusativo plurale "di voi". Questa è evidentemente una proposizione nominale, che non contiene nessun effettivo equivalente Khuzdul del verbo "sono". Proposizioni come questa - "X Y" che significa "X è/sono Y" - sono comuni in russo ed in molti linguaggi Semitici. Ciò può supportare la teoria di un distinto stato del contrutto dei sostantivi, a distinguere "X Y" che significa "X di Y" da "X Y" che significa "X è Y".
Quindi vi è il testo che appare se si decifrano le rune sulla tomba di Balin: Balin Fundinul uzbad Khazaddûmu, "Balin figlio di Fundin, Signore di Moria." I nomi Balin e Fundin sono Umanici, così le loro etimologie sono irrilevanti. Quel che rimane è la desinenza -ul, qui adoperata a formare un patronimico, uzbad "signore" ed il ben noto nome Khazad-dûm "Nanosterro, Moria" (sebbene non vi sia l'equivalente del trattino nell'iscrizione Runica). Esso qui ricorre con una desinenza -u, che è evidentemente un genitivo di qualche sorta. Ma perché è richiesta una desinenza qui quando nessuna è presente in Baruk Khazâd "asce dei Nani"? (Non importa se baruk sia una forma specializzata indicante "asce di" oppure sia semplicemente "asce"; pure se essa incorpora un elemento che significa "di", tale inflessione incide ancora sul primo vocabolo nella costruzione, non sul secondo come in uzbad Khazaddûmu.) Evidentemente questa è una specie di genitivo oggettivo, denotante che Moria è retta dal signore, non semplicemente che il signore in qualche modo "è proprietario di" Moria (potrebbe essere *uzbud Khazaddûm, seguendo il modello di baruk Khazâd???) Tale teoria trova forte supporto nell'Adûnaico, la lingua Númenoreana, che discendeva da una lingua Umanica influenzata dal Khuzdul (SD:414). Tale linguaggio ha una cosiddetta forma "oggettiva" che incorpora la u che è utilizzata nei composti, e.g. gimlu-nitîr "accenditore di una stella" (gimlu- essendo l'oggettivo di gimli "stella", SD:428 cf. 427). Sebbene tale oggettivo Númenoreano sia adoperato solamente in composti e non independentemente come in uzbad Khazaddûmu, esso può in origine essere correlato all'oggettivo Khuzdul.
L'unico sostantivo che è attestato sia al plurale che al singolare è già stato menzionato, Rukhs "Orco", pl. Rakhâs. Come speculato sopra, Khazâd "i Nani" e tarâg "barbe" possono essere plurali formati secondo il medesimo modello, così che i sostantivi singolari "Nano" e "barba" sono *Khuzd, *turg. Il vocabolo shathûr "nubi" evidentemente appartiene ad un altro modello di plurale che non Khazâd e Rakhâs, e non possiamo ricostruire la forma singolare. Essa dovrebbe probabilmente avere gli stessi radicali *Sh-Th-R, ma differenti vocali. Altri sostantivi plurali sono ûl "torrenti" e dûm "escavazioni, saloni" (quest'ultimo può anche essere un collettivo). È significativo che entrambi contengano la medesima vocale û di shathûr?
Soltanto tre verbi sono attestati: gunud "scavare in sotterranea, escavare, scavare un tunnel" (affermato essere una radice), felek "sbozzare la roccia" ed il vocabolo correlato felak, che significa usare un attrezzo come uno scalpello a pala larga, o piccola testa d'ascia senza manico. Felak può anche essere adoperato come un sostantivo denotante un tale attrezzo. Cfr. l'inglese "hammer", sostantivo o verbo. Tale esempio indica che i verbi Khuzdul non possono sempre essere distinti da altre parti dell'idioma dalle loro sole forme.
Abbiamo pochi aggettivi: vi è il vocabolo Khuzdul stesso, apparentemente inidcante "nanesco", che è derivato da *Khuzd "nano" con la desinenza -ul che è anche adoperata a formare patronimici: Fundinul, figlio di Fundin. Abbiamo anche sigin "lungo" in Sigin-tarâg, i Lungobarbi. Se gli aggettivi Khuzdul si accordano nel numero [inteso come genere, N.d.T.], sigin può essere una forma plurale. (D'altra parte, la forma elementare, non inflessa dell'aggettivo può essere usata nei composti.) Zirak (pl. *zirik???) può essere l'aggettivo "argenteo" secondo TI:174, ma nella pagina successiva è suggerito che esso significhi invece "picca". È possibile che un aggettivo segua il sostantivo che descrive (sebbene non nei composti come "Lungobarbi"); vedere sotto.
Nei composti, l'ordine degli elementi è il medesimo dell'inglese: Khazad-dûm "Nanosterro", Kibil-nâla "Argentaroggia", Kheled-zâram "Vitro-lago" (riguardo a tale traduzione piuttosto che "Mirolago", vedere il vocabolario), Gabilgathol "Granrocca", Sigin-tarâg "Lungobarbi". Il nome Zirak-zigil "Argenta-picca" (Celebdil, Argentacuspide) segue tale modello (TI:174), ma Tolkien più tardi sembra aver deciso che zirak significasse "picca" e zigil indicasse "argento" piuttosto che viceversa. In quel caso, tale vocabolo può essere una connessione allo "stato del costrutto" giusta come baruk Khazâd sembra essere: *Zirak zigil "Cuspide (d')argento" (una costruzione che Frodo, naturalmente ignorante del Khuzdul, prese come un composto e compitò Zirak-zigil, Zirakzigil). Se zigil è un aggettivo "argenteo" piuttosto che un sostantivo, tale costruzione può suggerire che gli aggettivi seguano il sostantivo che essi descrivono.
Soltanto un pronome è attestato: mênu, accusativo plurale "di voi" (WR:20).
Abbiamo solamente due preposizioni, aya "sopra" (WR:20, forma ridotta ai in ai-mênu "su di voi"), e u "in, di" (solamente attestata nel mezzo di un composto, Bundushathur = "Vetta nelle/delle Nubi", nome del monte Vettanubi, Sindarin Fanuidhol).
Non v'è molto di più che possiamo dire circa la derivazione. Un modello derivazionale sembra essere della forma 1a23ûn, ove 1, 2, 3 rappresentano i tre radicali. Il significato sembra essere semplicemente "persona, oggetto o luogo caratterizzato dal significato radicale": Nargûn "Mordor, *Terra Nera", dai radicali N-R-G "nero", e Tharkûn "Uomo-bastone", nome Nanesco di Gandalf (radicali *Th-R-K "bastone"?) Se le consonanti Z-Gh-L realmente sono i radicali del verbo "guerreggiare" ed Azaghâl significa "guerriero", abbiamo un modello agentivo a1a2â3. Il vocabolo Khuzdul "Nanesco" può far arguire l'esistenza di un modello aggettivale 1u23ul. Ma come dichiarato sopra, -ul può essere semplicemente una desinenza aggettivale aggiunta alla forma singolare del sostantivo (*khuzd "Nano"). Confrontare il patronimico Fundinul. Se così, non v'è necessità di stabilire un modello 1u23ul che coinvolga gli originali radicali.
Aggettivi come baraz "rosso" (B-R-Z) o sigin "lungo" (*S-G-N) chiaramente rappresentano imodelli aggettivali 1a2a3 e 1i2i3 (sebbene kibil "argento" sembri essere un sostantivo).
Il vocabolo Mazarbul, come in "la camera di Mazarbul" (Camera dei Registri ["Camera degli Scritti" nell'edizione pubblicata di SdA, N.d.T.]), sembra rappresentare alcune più complesse derivazioni. Se -ul è semplicemente la desinenza aggettivale discussa sopra (la quale dovrebbe indicare che il "degli" nella traduzione è rigorosamente superfluo), ci è dato mazarb "registro(i?)". Potrebbe questo essere una specie di participio passato, oppure il corrispondente sostantivo, di un verbo "registrare" (radicali probabilmente *Z-R-B)? Se così, abbiamo un modello ma1a23.
(principalmente basato su di una lista compilata da Lisa Star che è comparsa in Tyalië Tyelelliéva #4 p.22; ella a sua volta ringraziava Jim Gillogly, Alberto Monteiro ed Anthony Appleyard per i giovevoli commenti e suggerimenti). Ho escluso Balin, il quale, sebbene appaia nell'iscrizione sulla Tomba di Balin, è un nome Umanico. Così è Forn, un nome di Tom Bombadil usato dai Nani. D'altra parte, ho incluso Fundinul, sebbene unicamente la desinenza -ul sia in effetti Khuzdul. Ho escluso Dushgoi "Minas Morgul", il quale è evidentemente in Lingua d'Orchi, ma nondimeno sembra includere un elemento dush *"oscuro, nero" che occorre anche in Buzundush, il nome Nanesco di Morthond.