Anche chiamato: Adûni (suo proprio termine, PM:316), Sôval Phârë ("Lingua Comune" in Ovestron), ed (in Sindarin) Annúnaid *"Ovestron" o Falathren "Riva-linguaggio".
Il linguaggio effettivamente parlato dai personaggi in SdA, ed invero il linguaggio in cui il Libro Rosso fu originariamente scritto, era denominato Adûni, il quale nome Tolkien rese in inglese come Ovestron. Tolkien spiega: "Il linguaggio rappresentato in questa narrazione dalla nostra lingua era l'Ovestron o 'Lingua Corrente' dei paesi occidentali della Terra di Mezzo nella Terza Era. In quell'epoca esso era infatti diventato il linguaggio di quasi tutti i popoli parlanti (ad eccezione degli Elfi) che vivevano entro i confini degli antichi reami di Arnor e Gondor, e cioè lungo tutte le coste da Umbar sino alla nordica Baia di Forochel, e all'interno sino alle Montagne Nebbiose e all'Ephel Dúath. Si era inoltre diffuso lungo il corso dell'Anduin, occupando le terre a ovest del Fiume e a eat delle montagne fino a Campo Gaggiolo. All'epoca della Guerra dell'Anello alla fine cioè della Terza Era questi erano ancora i confini di tale idioma" (Appendice F). Mentre l'Ovestron di Gondor aveva un sentore arcaico, gli hobbit parlavano un suo rustico dialetto. È ulteriormente affermato che l'Ovestron fosse anche usato come una seconda lingua da tutti coloro che ancora mantenevano un idioma loro proprio, come i Drúedain (Woses) ed i Rohirrim. Pure gli Orchi adoperavano una forma degradata dell'Ovestron quand'era necessario. A Mordor, Frodo e Sam comprendevano che cosa i due Orchi che andavano tentando di fiutarli stavano dicendo l'un l'altro, poiché "essendo di razza diversa adoperavano, secondo la loro usanza, la Lingua Corrente" (SdA3/VI cap. 2). L'Ovestron è il linguaggio da imparare prima di entrare nella macchina del tempo e viaggiare all'indietro [fino, N.d.T.] alla Terza Era. (Apprendere invece il Quenya sarebbe come imparare il Latino prima di recarsi in Europa: non dovrebbero esservi molte persone in grado di comprendervi quando arrivate.)
In origine, l'Ovestron era "un idioma degli Uomini, pur addolcito ed arricchito da influssi Elfici. Era originariamente il linguaggio di coloro che gli Eldar chiamavano Atani o Edain, 'Padri degli Uomini', e cioè propriamente la gente delle Tre Case di Amici degli Elfi che si recò a occidente nel Beleriand durante la Prima Era". Nella Seconda Era, l'Adûnaico di Númenor era parlato nei forti e rifugi che i Númenóreani mantenevano sulle coste della Terra di Mezzo, "che integrato da molti vocaboli di linguaggi degli uomini comuni divenne la Lingua Corrente e si diffuse lungo tutte le coste fra coloro che avevano rapporti con l'Ovesturia" (Appendice F). Tale processo continuò dopo la Caduta: "Il popolo di Elendil non era molto [numeroso, N.d.T.], poiché soltanto pochi grandi vascelli erano sfuggiti alla Caduta o sopravvissuti ai tumulti dei Mari. Essi trovarono, è vero, molti abitanti sulle rive occidentali che erano del loro stesso sangue [l'originale riporta "venivano" in luogo di "erano", N.d.T.], interamente oppure in parte, essendo discendenti dai marinai e dai sorveglianti dei forti e dei rifugi che vi erano stati eretti in giorni passati; ancora tutti dicevano che i Dúnedain erano ora solamente un piccolo popolo tra la folla degli stranieri. Essi utilizzavano, pertanto, l'idioma Ovestron in tutti i loro rapporti con altri uomini, e nel governo dei reami dei quali essi erano divenuti i dominatori; e tale Lingua Corrente divenne allora estesa, e...molto arricchita con vocaboli estratti dal linguaggio Adûnaico dei Dúnedain, e dal Noldorin [leggi: Sindarin]." (PM:33-34) Secondo PM:315, l'Ovestron mutò dall'originale Adûnaico parzialmente per negligenza: i superstiti Fidi di Númenor non ebbero grande amore dell'Adûnaico, essendo questo il linguaggio dei Re ribelli dell'Ovesturia che avevano tentato di sopprimere tutte le altre lingue. Il linguaggio fu più tardi ancora "ammorbidito sotto l'influenza Elfica". Tolkien descrisse l'Ovestron come "quasi tanto eterogeneo quanto il mod[erno] I[nglese]" (Lettere:425). Gli elementi Elfici in Ovestron possono probabilmente essere comparati ai numerosi vocaboli Francesi che sono stati naturalizzati in inglese.
Sappiamo assai poco circa l'Ovestron, per la semplice ragione che Tolkien lo ha reso in inglese pressoché ovunque! Pochi vocaboli in genuino Ovestron sono dati nell'Appendice F a SdA e (relativemente) molti di più in I Popoli della Terra di Mezzo. Tolkien tradusse pure i nomi degli Hobbit. Non vi fu mai alcun hobbit chiamato Frodo, Sam, Pipino e Merry; i loro veri nomi erano Maura, Ban, Razar e Kali. Il vocabolo hobbit stesso è giusta una versione dell'effettivo vocabolo della Terza Era kuduk (derivato dall'Inglese Antico holbytla "abitanti delle tane" per via [del fatto che, N.d.T.] kuduk si crede discendere dall'arcaico kûd-dûkan di tale significato, la forma kûd-dûkan essendo ancora preservata in lingua Rohirrim). Maura ("Frodo") e i suoi amici non dovrebbero aver conosciuto il vocabolo "hobbit" come tale; essi dicevano kuduk.
Riguardo alla fonologia e alla struttura dell'Ovestron, David Salo osserva (comunicazione privata): "I suoni [consonanti] del tardo Adunaico e dell'Ovestron sono pressoché gli stessi. Essi hanno in comune p, b, t, d, k, g, m, n, ng, r, ph, th, s, z, h, y, l. L'Ovestron è detto in SdA avere le palatali ch, sh, ma soltanto sh fu esemplificato nel materiale. L'Ovestron ha anche hr-, hl-. Nessuna w è esemplificata in Ovestron, ma l'Ovestron ha v, che l'Adunaico non aveva. Concettualmente l'Ovestron potrebbe aver modificato w > v. I vocaboli Ovestron non sono interamente dissimili dall'Adunaico: essi hanno quelle che potrebbero essere parole a radice triconsonantica (gamba 'capra', tapuk 'coniglio', galab 'gioco', laban 'borsa', narag 'nano', zilib o zilbi 'burro', ed un gran numero di biconsonantiche: rama 'che abita in cottage', zara 'vecchio', bana "mezzo", rapha 'riccio' [quest'ultima è ipotetica, N.d.T.]." [Le ripetizioni sono fedele specchio dell'originale: per ben sette volte il nome 'Ovestron' compare nello stesso periodo, ma ve l'ho lasciato per rendere alla lettera il testo di partenza, N.d.T.]
Le vocali costituiscono di un classico sistema pentavocalico: le corte a, e, i, o, u e le lunghe â, î, ô, û; la lunga ê non è attestata in alcun vocabolo effettivo, ma la sua esistenza è implicita da una nota a pié pagina in Appendice E. (Vi è attestato che alcuni parlatori di Ovestron adoperavano ei ed ou, "più o meno come nell'inglese say no", invece di ê, ô - tale pronuncia, sebbene "naturalmente frequente", era ritenuta come scorretta e rustica. Superfluo da dirsi, questa era l'usuale pronuncia fra gli Hobbit.) Stando alle voci, l'Ovestron aveva anche certe riduzioni vocaliche.
L'Ovestron non possedeva i suoni Quenya ty, hy; in Gondor i parlatori di Alto-elfico li sostituivano con ch (come in church) e sh. Né Ovestron aveva ch come nel tedesco ach; vedere UT:319. Pertanto, il puro Sindarin Rochand, Rochan divenne Rohan in pronuncia Gondoriana.
Una tarda modifica fonologica è menzionata in PM:320: le consonanti doppie (lunghe) erano ridotte a singole in posizione mediale tra due vocali, tunnas "guardia" essendo pronunciato tunas (ma non così compitato normalmente). Le consonanti in certe combinazioni erano alterate; tunnas in sé rappresenta l'antecedente tudnas.
Una desinenza agentale -a è vista in vocaboli tali come pûta "soffiatore", batta "parlatore". La desinenza -a era anche una desinenza maschile (PM:46), almeno nel dialetto Hobbit. Tolkien, quando tradusse il Libro Rosso, anglicizzò tali nomi mutando tale desinenza in -o, e.g. "Bilbo" per il genuino Hobbitesco Bilba. Le desinenze -o ed -e erano femminili; Tolkien può aver sostituito -a con -o.
Le desinenze plurali sembrano essere -in, come in cûbuc "hobbit" pl. cûbugin (PM:49 - cûbuc modificato in kuduk nell'edizione pubblicata di SdA). Tolkien considerò diverse desinenze plurali prima di stabilirne -in, come -a, -il, -en. (L'idea delle esplosive afone che divengono foniche prima di tale desinenza plurale, come in cûbuc/cûbugin, fu apparentemente dismessa più tardi.)
Sembra che l'Ovestron, come i linguaggi scandinavi, impiegni un suffisso invece di un independente articolo determinativo: Sûza "Contea", Sûzat "La Contea".
L'originale, arcaico Ovestron sembra aver avuto desinenze di casi, ma alla fine della Terza Era, le desinenze erano andate perdute. Nargian in Phurunargian "Nanosterro" è una forma fossilizzata del genitivo plurale di narag "nano". David Salo teorizza: "Dacché l'Adunaico non ha un vero genitivo, si ha di che supporre che nel corso della Terza Era, l'Adunaico fu trasformato (via agglutinazione dei suffissi) in un linguaggio di casi pienamente sviluppato, e quindi susseguentemente perse daccapo le desinenze di casi. Nargian potrebbe essere *nargii (una radice plurale, che incorpora l'annosa desinenza Adunaica -i) + an, il vecchio [Adûnaico] marcatore di 'genitivo', ora posposto invece che preposto."
I vocaboli raza "estraneo", razan "forestiero" sembrano argomentare l'esistenza di una desinenza aggettivale -n.
Il participio passato può avere la desinenza -nin; vedere karnin sotto.
Non si conoscono i pronomi Ovestron, ma sappiamo qualcosa circa essi: "L'Ovestron distingueva infatti i pronomi della seconda e della terza persona (sia singolare che plurale) in 'familiari' e 'deferenziali'. Una delle caratteristiche della Contea era per l'appunto l'abbandono delle forme deferenziali nella lingua di ogni giorno. La gente dei villaggi, soprattutto del Decumano Ovest, le adoperava ancora, ma come vezzeggiativi. Era questa una delle abitudini alle quali si riferivano gli abitanti di Gondor quando parlavano dello strano linguaggio Hobbit. Peregrino Tuc, per esempio, durante i suoi primi giorni di permanenza a Minas Tirith, adoperò le forme familiari nel rivolgersi a gente di ogni rango, compreso Sire Denethor in persona. L'anziano Sovrintendente ne fu probabilmente divertito, ma i suoi servitori rimasero certo stupefatti. Questa grande libertà nell'uso delle forme familiari contribuì sicuramente al diffondersi delle voci circa il rango elevato che Peregrino rivestiva nel proprio paese." (Appendice F [il modo in cui questo passo è stato letteralmente stravolto, nella versione italiana pubblicata, è sconcertante, N.d.T.]) È comprovata l'impossibilità di rappresentare adeguatamente tali distinzioni pronominali Ovestron nella traduzione inglese di Tolkien del Libro Rosso.
La forte influenza Elfica sull'Ovestron è vista pure nel nostro piccolo corpus. Alcuni di tali vocaboli possono essere stati presi a prestito dall'Avarin dagli antenati degli Edain, passando in Ovestron via Adûnaico, qualcuno può essere stato preso a prestito dal Sindarin dai Dúnedain esiliati dopo la Caduta.
(escluse tutte le forme rigettate; Tolkien sperimentò parecchio. Ove le forme in PM discordano con le forme in SdA, le prime usualmente sono silenziosamente omesse. L'ortografia di Tolkien è mantenuta dappertutto, ma c e k rappresentano il medesimo suono, k essendo preferita in SdA - vedere Tûk).
P.S: In Vinyar Tengwar #32, Carl F. Hostetter e Patrick Wynne argomentano che qualunque sia il termine Ovestron per giardino, esso deve iniziare con una G, così come il vocabolo inglese. Ciò è evidente dalle parole di Galadriel a Sam quando lei gli diede un cofanetto con una runa argentea sul coperchio prima che la compagnia lasciasse Lórien: "Codesta è la G di Galadriel, ma può anche essere l'iniziale di giardino nella tua lingua." Hostetter e Wynne argomentano che il vocabolo Ovestron per "giardino" è da ultimo derivato dalla radice Elfica Primordiale 3AR (LR:360), la quale è rimarchevolmente simile to alla radice Indo-Europea alla quale l'inglese garden può essere rintracciato. "L'inglese garden è quindi in ultima di discendenza Eldarin," essi concludono. "Possiamo davvero asserire che vi sono 'fate in fondo al nostro giardino'."