1. Fonetica
Questo testo è basato su Sindarin - la Lingua Nobile di Helge K. Fauskanger e sul Dizionario Sindarin di Didier Willis.
1.1 Pronuncia
1.2 Accento Tonico
È virtualmente impossibile fornire in un saggio un’accurata descrizione di come una lingua straniera viene pronunciata. La seguente tabella è basata su IPA con certe modifiche e tentativi di dare un’approssimativa idea del sistema sonoro Sindarin comparato con quello Inglese Britannico[1].
Lettera
Simbolo fonetico
Approssimativo equivalente in Inglese Britannico
Vocali:
/a/
father
/e/
were
/i/
machine
/o/
for
/u/
brute
/y/
as in French lune
Dittonghi:
/ai/
rye
/ae/
-
/ei/
grey
/oe/
-
/ui/
ruin
/au/
loud, how
Consonanti:
/p/
/hw/
/b/
/m/
/t/
/n/
/d/
/ng/
/c/
/s/
/g/
/h/
/i-/
/w/
/f/ or /ph/
/l/
/v/ or /-f/
/lh/
/th/
/r/
/dh/
/rh/
/ch/
Nelle parole di due sillabe cade sulla prima sillaba: es. aran, galadh.
Nelle parole più lunge cade sulla penultima sillaba, dove è contenuta una vocale lunga, un dittongo, od una vocale seguita da due (o più) consonanti: es. Elentári, Isildur.
Dove la penultima sillaba contiene una vocale corta seguita da una sola (o nessuna) consonante, l’accento tonico cade sulla sillaba cher la precede, la terz'ultima': es. Orome, Fëanor (cfr. Il Signore degli Anelli, Appendice E).
1.3.1 Mutazioni morbide, dure e nasali
Il Sindarin è un linguaggio con complicate regole di mutazione delle consonanti; condivide questa caratteristica con i linguaggi Celtici come il Gallese. Come scrive Helge K. Fauskanger nel suo Sindarin - la Lingua Nobile la consonante iniziale delle parole spesso subisce certi cambiamenti, così la stessa parola può apparire in forme differenti. Il Sindarin parf 'un libro' (LR 380) può avere molte forme: i barf 'il libro', i phairf 'dei libri' [pl.], a pharf 'ad un libro', e-barf 'del libro', e pharf 'fuori da un libro'. Le parole che cominciano per una vocale non ne sono affette. Secondo il più famoso Sindarinista, David Salo, le mutazioni consonantiche possono essere divise in cinque categorie: mutazione morbida, mutazione nasale, mutazione mista, mutazione occlusiva e mutazione liquida.
Nella mia descrizione non includo la cosiddetta mutazione liquida, perché é mia opinione che non vi fosse un simile fenomeno fonologico psecondo la descrizione del Noldorin di J.R.R. Tolkien (vedi Parma Eldalamberon XIII). Nelle parole Sindarin si trova solo l'assimilazione liquida causata dall’evoluzione di questo linguaggio. Ho anche escluso la cosiddetta mutazione mista, in quanto mia opinione è che non sia caratteristica del Sindarin maturo. Tale fenomeno capita solo in un documento isolato che viene dal periodo degli esperimenti di Tolkien col suo Noldorin che diventava Sindarin (vedere Sauron Defeated, King's Letter, pp. 128-129)
Ho anche apportato qualche cambiamento alla nomenclatura: ho chiamato la mutazione occlusiva di Salo mutazione dura - conformemente con le descrizioni di J.R.R. Tolkien della fonologia Noldorin. Come risultato presento tre mutazioni consonantiche Sindarin: mutazione morbida, mutazione dura e mutazione nasale.
Una dettagliata descrizione di queste mutazioni può essere trovata nel saggio di Helge K. Fauskanger, qui ho solo voluto presentare una tabella odelle mutazioni consonantiche con un breve commentario. Notare che la tabella è parzialmente riprodotta dal sito web di Fauskanger e l’autore di questa concezione è David Salo.
Nota anche come lenizione (= 'ammorbidimento'). Ricorre:
dopo certe preposizioni, prefissi e particelle: ab 'dopo, dietro, in seguito, poi', adel 'dietro, nel retro di', am 'su, sopra', ath- 'su ambo i lati, attraverso', athra- 'attraverso', be 'secondo; come, ugualmente', dad 'giù', di 'sotto', go- (gwa-) 'assieme', na- 'a, verso; di; con, da', nu (no) 'sotto', trî 'traverso', ú- (u-) 'non; senza';
in composti come Calenhad (calen + sad) o Elvellyn (El- + mellyn);
in aggettivi (inclusi i participi) che descrivono un sostantivo; es. che seguono il sostantivo che descrivono: Pinnath Gelin (cfr. celin 'verdi' [pl.]);
in sostantivi che sono oggetti di un verbo: aníra i aran... suilannad mhellyn în 'il re vuole... salutare i suoi amici' (cfr. mellyn 'amici');
in verbi che seguono l'avverbio negativo avo che è usato per esprimere un comando negativo: avo garo! 'non farlo' (cfr. caro! 'fa(llo)!).
Ricorre in sostantivi che seguono le preposizioni ed 'fuori da', ned 'in' e o (od) 'da': e thaur 'fuori dalla foresta' (cfr. taur 'foresta'), o Minas Tirith 'da Minas Tirith' (cfr. minas 'torre').
Ricorre in sostantivi che seguono l'articolo in 'i, gli, le' (pl.), la preposizione e prefisso an 'per, a' e la preposizione dan 'contro': peth 'una parola': i phith 'le parole' (i in questo caso è in ridotto); gûr 'cuore': a ngûr 'al cuore' (a in questo caso è an ridotto); Balan 'un Vala': dam Malan 'contro il Vala'.
Casi Speciali: In una sottocategoria di parole in b-, d-, g- che provengono da parole primitive in mb-, nd- e ng- la mutazione ricorre in modo differente. Vedere qui.
In basso vi è una tabella che illustra tutte le mutazioni presentate sopra.
Basic c.
Soft m.
Hard m.
Nasal m.
b...
i v...
e b...
i m... am m...
bl...
i vl...
e bl...
i ml... a ml...
br...
i vr...
e br...
i mr... a mr...
c...
i g...
e ch...
i ch... a ch...
cl...
i gl...
e chl...
i chl... a chl...
cr...
i gr...
e chr...
i chr... a chr...
d...
i dh...
e d...
i n... an n...
dr...
i dhr...
e dr...
in dr... an dr...
f...
i f...
ef f...
i f... af f...
g...
i '...
e g...
i ng... an ng...
gl...
i 'l...
e gl...
in gl... an gl...
gr...
i 'r...
e gr...
in gr... an gr...
gw...
i 'w...
e gw...
in gw... an gw...
h...
i ch...
e ch...
i ch... a ch...
hw...
i chw...
e w...
i 'w... a 'w...
l...
i l...
ed l...
i l... al l...
lh...
i thl...
e thl...
i 'l... al 'l...
m...
i v...
e m...
i m... am m...
n...
i n...
e n...
i n... an n...
p...
i b...
e ph...
i ph... a ph...
pr...
i br...
e phr...
i phr... a phr...
r...
i r...
ed r...
idh r... adh r...
rh...
i thr...
e thr...
idh 'r... adh 'r...
s...
i h...
es s...
i s... as s...
t...
i d...
e th...
i th... a th...
th...
i th...
eth th...
i th... ath th...
tr
i dr...
e thr...
i thr... a thr...
Casi speciali b, d, g derivati da primitive occlusive nasalizzate mb, nd, ng:
b...
i m...
e mb...
i mb... am mb...
d...
i n...
e nd...
i nd... an nd...
g
i ng...
en g...
in g... an g...
1.3.2 Ipotetiche mutazioni mista e liquida di David Salo
Le seguenti mutazioni consonantiche sono ipotesi di David Salo e ricorrono in molte descrizioni del sistema fonologico Sindarin. Le ho escluse dalla mia descrizione ma i lettori dovrebbero conoscerle, perché le incontreranno sugli altri siti web (es. Ardalambion, Mellyn in Edhil ecc.).
Secondo David Salo ricorre in sostantivi che seguono l'articolo en 'del, della' (sg.) e le preposizioni ben 'secondo il; come il' (sg.), erin 'sopra il, sul' (sg.), nan 'al' (sg.), uin 'dal, del' (sg.), 'nin 'a/per il' (sg.): per esempio erin dolothen Ethuil 'nell'ottavo [giorno] di primavera' (cfr. toloth 'otto').
Secondo David Salo ricorre in sostantivi che seguono la preposizione or 'sopra' ed altre prepositioni che terminano con le liquide -l ed -r: or vîr 'sopra un gioiello' (cfr. mîr 'un gioiello').
Mixed m.
Liquid m.
e-b...
or v...
e-ml...
or vl...
e-mr...
or vr...
e-g...
or ch...
e-gl...
or chl...
e-gr...
or chr...
e-d...
or dh...
en-dr...
or dhr...
e-f...
or f...
e-g...
or '...
en-gl...
or 'l...
en-gr...
or 'r...
en-gw...
or 'w...
e-h...
or ch...
e-'w...
or chw...
e-l...
or l...
e-'l...
or 'l...
e-m...
or v...
en-n...
or n...
e-b...
or ph...
e-mr...
or phr...
edh-r...
or r...
e-'r...
or 'r...
e-h...
or s...
e-d...
or th...
e-th...
or th...
en-dr...
or thr...
Casi speciali b, d, g derivati da primitive occlusive nasalizzate mb, nd, ng:
e-mb...
or b...
e-nd...
or d...
en-g...
or g...
Nota 1: Pronuncia per lettori Italiani
Comprendo che sia difficile capire la pronuncia del Sindarin comparandola con quella dell’Inglese. Perciò leggete questo estratto del saggio di Ladavas sulla pronuncia:
Vocali:
Il Sindarin ha sei vocali: a, e, i, o, u, (pronunciate come in italiano) e y, che corrisponde al tedesco ü o alla u francese di Lune. Le vocali lunghe sono segnate con un accento (á, é, í, ecc.) ma, nel caso di monosillabi, le vocali diventano particolarmente lunghe e assumono l’accento circonflesso (â, ê, î, ecc.). La e finale non è mai muta e i gruppi er, ir, ur si pronunciano come in italiano. I dittonghi Sindarin includono ae, ai, ei, oe, oi, ui e au tutti pronunciati come in italiano ma, alla fine di una parola, au è scritto aw e, inoltre, ae ed oe possono anche essere pronunciati come ai ed oi. Le altre combinazioni vocaliche non sono dittonghi. Tutti questi dittonghi sono “muti”, cioè l’accento sottolinea la prima vocale del dittongo e la combinazione delle due vocali è una semplice “addizione” dei due suoni e vanno perciò pronunciati come in italiano.
Consonanti:
b si pronuncia come in italiano;
c è sempre pronunciata k, anche prima della e e della i;
ch è fortemente aspirata come nel tedesco bach e non come nell’inglese church, né nell’italiano chiesa;
d si pronuncia come in italiano;
dh è come il th nell’inglese these, then;
f si pronuncia come in italiano eccetto che in fine di parola, dove è pronunciata v, come nell’inglese of;
g si pronuncia sempre gutturalmente come la g dell’italiano guardare;
h da sola, ossia senza altre consonanti, è aspirata, come nell’inglese house;
hw si pronuncia come una w sorda;
l rappresenta più o meno il suono della l iniziale italiana, come in lungo. Se però è situata tra una e o una i e una consonante, oppure in fine di parola dopo e o i, si pronuncia con il palato;
lh rappresenta una l muta;
m si pronuncia come in italiano;
n si pronuncia come in italiano;
ng viene pronunciata n’g come nell’italiano angolo, salvo in fine di parola dove la g finale quasi non si pronuncia, come nell’inglese sing;
p si pronuncia come in italiano;
ph suona come l’italiano f, e viene adoperata se il suono f è in fine di parola (alph = cigno), se il suono f deriva da una p e nelle poche parole dove sta per ff (derivato da pp, come in ephel = recinto esterno);
r si pronuncia sempre come in italiano, sia davanti a vocali che davanti a consonanti;
rh sta per la r afona del francese quatre;
s rappresenta sempre il suono della s italiana, come in so, si; il suono z non esiste;
t si pronuncia come in italiano;
th è come il th nell’inglese thin, think;
v si pronuncia come in italiano ma non si adopera in fine di parola;
w è semivocalica e si pronuncia come in inglese, ossia we, wa, wo, wi = ue, ua, uo, ui;
Inoltre, le consonanti p, t, c non si hanno mai dopo una vocale ma cambiano in b, d, g.
Versione 1.2 (Ottobre 2003)
Traduzione e Nota 1 di Federico GianiCompendio della grammatica Sindarin