Linguaggio Nero e degli Orchi - linguaggio vile per mire vili

di Helge Fauskanger - traduzione di Gianluca Comastri

I: Lingua d'Orchi

Riguardo al linguaggio degli Orchi negli Antichi Giorni, "è detto che essi non avevano un loro linguaggio, ma che s'impadronissero di un gran numero di vocaboli degli altri idiomi, manipolandoli a loro modo, eppure non riuscivano a creare che dialetti brutali, appena sufficienti a esprimere ciò che era loro necessario, cioè maledizioni e bestemmie" (SdA Appendice F). Un esempio del loro prendere "quanto potevano dagli altri idiomi e corromperlo [riferito ai vocaboli assimilati, N.d.T.]" è reperibile in UT:92, dove apprendiamo che Golug era un nome dato dagli Orchi ai Noldor, chiaramente basato sul Sindarin Golodh pl. Gelydh e apparentemente un'arbitraria distorsione del vocabolo Elfico.

Ai tempi di Frodo, la situazione linguistica era invariata: "Orchi e folletti avevano linguaggi loro propri, tanto orribili quanto ogni cosa che essi facevano o adoperavano, e dacché qualche rimasuglio di buona volontà, e di reali pensieri e percezioni, è richiesto per mantenere in vita un linguaggio vile e parimenti utile per mire vili, le loro favelle erano infinitamente diversificate nella forma, tanto quanto essi erano mortalmente monotoni nel significato, fluenti solo nelle espressioni di ingiuria, di odio e paura" (PM:21). Invero "Questi esseri pieni di malvagità, che odiavano persino i loro simili, svilupparono velocemente un numero tanto vasto di barbari dialetti quanto numerosi erano loro vari gruppi e accampamenti, rendendo così estremamente difficile la comunicazione fra i membri delle diverse tribù" (SdA Appendice F). Perciò non c'è una singola lingua "d'Orchi" da analizzare. L'unica cosa che sembra esser valida in tutte le lingue degli Orchi d'ogni tempo è che esse erano "ripugnanti e disgustose e assolutamente diverse dai linguaggi dei Q[u]endi" (LR:178). Invero "gli Orchi e i Vagabondi parlavano come capitava, senza alcun amore per le parole e le cose" (Appendice F). Perciò il loro atteggiamento verso i Linguaggi fu totalmente differente da quello degli Elfi, che amavano and coltivavano i loro idiomi. Tolkien stesso era un filologo, il quale titolo letteralmante implica amore o amicizia per le parole, e nel suo mondo inventato, la totale assenza d'amore per il linguaggio poteva essere solamente una caratteristica dei maligni.

La diversità e mutevolezza delle favelle degli Orchi fu ovviamente un ostacolo per l'Oscuro Potere nell'uso degli Orchi come sue truppe d'assalto. Così allo scopo di una più efficiente amministrazione (sc. assoluto totalitarismo), Sauron trovò il tempo di ideare un Esperanto per il suo servaggio - il solo linguaggio artificiale conosciuto in Arda, se non si considera il linguaggio gestuale (iglishmêk) dei Nani.

II: Il Linguaggio Nero

"Si dice che il Linguaggio Nero fosse stato elaborato da Sauron durante gli Anni Oscuri," ci informa l'Appendice E, "e che egli desiderasse farne la lingua di tutti coloro che lo servivano, fallendo però nel suo intento. Dal Linguaggio Nero derivarono comunque molte parole di uso frequente, e assai diffuse fra gli Orchi, come ghâsh 'fuoco', ma dopo la prima sconfitta di Sauron tale idioma nella sua forma originaria venne dimenticato da tutti eccetto che dai Nazgûl. Quando Sauron risorse, esso tornò ad essere il linguaggio di Barad-dûr e dei capitani di Mordor." Più tardi è affermato che gli Olog-hai, la decaduta razza di Troll allevata da Sauron nella Terza Era, non conoscevano altra lingua che non il Linguaggio Nero di Barad-dûr. Olog-hai era esso stesso un vocabolo in Linguaggio Nero. Il termine "Linguaggio Nero" può non essere stato il nome proprio di Sauron per il suo linguaggio, ma piuttosto un odato con dispregio da altri. D'altra parte, il nome in Linguaggio Nero di Barad-dûr era Lugbúrz, che significa Torre Oscura così come il nome Sindarin, così forse Sauron stesso effettivamente gradiva essere associato alla tenebra ed adoperava il nero come suo colore ufficiale. Esso di certo sembra essere il colore dominante nelle uniformi dei suoi soldati.

Tolkien stesso non gradiva affatto il Linguaggio Nero. Un ammiratore gli inviò un calice in acciaio, ma con suo disappunto egli scoprì che su di esso erano "incise le terribili parole viste sull'Anello. Io naturalmente non ho mai bevuto da esso, ma lo uso per la cenere di tabacco" (Lettere:422). Egli evidentemente condivideva l'opinione di Elfi ed Uomini nella lontana Terza Era, che certamente non pensavano alcunché di meglio del Linguaggio Nero di quanto facevano delle altre lingue usate dagli Orchi: "Era così zeppo di suoni aspri ed odiosi e parole vili che altre bocche lo trovavano difficile da afferrare, e pochi invero erano inclini a compiere il tentativo" (PM:35). Non essendovi obiettivi tipo per cui costituire un suono "aspro ed odioso" o una parola "vile", tali dichiarazioni devono essere viste come soggettive, riflettendo un generale pregiudizio contro tutto quanto era degli Orchi ed ogni cosa che procedesse da Sauron (sebbene possa naturalmente essere argomentato che tale pregiudizio fu meritato mille volte). È difficile localizzare i "suoni aspri ed odiosi". Il Linguaggio Nero possiede le esplosive b, g, d, p, t, k, le spiranti th, gh (e con ogni possiblità f e kh, attestate nei nomi d'Orco soltanto), la laterale l, la vibrante r, le nasali m, n, e le sibilanti s, z, sh. Questa non può essere una lista completa, data dal nostro piccolo corpus. Le vocali sono a, i, o, u; la vocale o è dichiarata essere rara da Tolkien. Il Linguaggio Nero non sembra usare la e. Le lunghe â e û sono attestate (quest'ultima è anche compitata ú, ma An Introduction to Elvish p. 166-167 è probabilmente corretto nell'assumere che questa è semplicemente ortografia incoerente sui brani di Tolkien). Vi è almeno un dittongo, ai, ed au occorre in un nome d'Orco. (Siccome è incerto a quale linguaggio tali nomi appartengano, non vi sono qui ulteriori trattazioni.)

Che cosa, quindi, era percepita come spiacevole dagli Elfi? È affermato che gli Orchi usavano una r uvulare, come la R che è comune in francese e tedesco, e che gli Eldar trovavano tale suono disgustoso. È stato suggerito che questa fosse la pronuncia tipo della r nell'antico Linguaggio Nero (An Introduction to Elvish p. 166). Il Linguaggio Nero aveva anche certi gruppi di consonanti che non apparivano nel contemporaneo Sindarin: sn, thr, sk inizialmente e rz, zg finalmente. Qualunque sia la causa, il linguaggio era generalmente percepito come singolarmente aspro: quando Gandalf citò l'iscrizione sull'Anello durante il consiglio di Elrond, "il cambiamento nella voce dello stregone era stupefacente. Divenne improvvisamente minacciosa, potente, dura come la pietra. Un'ombra parve offuscare l'alto sole, ed il porticato si fece scuro per qualche momento. Tutti tremarono, e gli Elfi si tapparono le orecchie" - reazione non da poco! La conclusione che ciò fosse largamente basato sulla profonda avversione per ogni cosa "sotto l'Ombra" piuttosto che qualche laidezza innata nel Linguaggio Nero stesso sembra ineluttabile.

Da dove proveniva il vocabolario del Linguaggio Nero? Sicuramente Sauron non aveva più "amore per le parole e le cose" di quanto avessero i suoi servitori, e si potrebbe ben pensare che egli semplicemente inventò vocaboli arbitrariamente. Ciò può essere vero in alcuni casi, ma pare che egli prescelse anche vocaboli da molte fonti, pure dai linguaggi Elfici: "La parola uruk che ricorre nel Linguaggio Nero, inventato (è detto) da Sauron per servire come una lingua franca per i suoi sottoposti, fu probabilmente presa a prestito da quegli dalle lingue Elfiche dei tempi più antichi" (WJ:390). Uruk può essere simile al Quenya urco, orco o al Sindarin orch, ma è identico all'antica forma Elfica *uruk (varianti *urku, *uruku, donde il Q urco, ed *urkô, donde forse il S orch). Ma come potrebbe Sauron conoscere il Quenya Primordiale? Fu egli colui che si prese cura degli Elfi che Morgoth catturò a Cuiviénen, e forse pure il responsabile per "l'ingegneria genetica" che li trasformò in Orchi? Come un Maia, egli dovrebbe facilmente aver interpretato la loro lingua (WJ:406). Ai primi Elfi, Morgoth ed i suoi servitori sarebbero [stati, N.d.T.] *urukî od "orrori", poiché l'originale significato del termine era tanto vago e generale, e Sauron può essersi deliziato nell'esporre agli Elfi catturati che essi stessi sarebbero divenuti *urukî. Nella sua mente, il vocabolo evidentemente si conficcò.

Ma vi erano anche altre fonti per il vocabolario del Linguaggio Nero. Il termine per "anello" era nazg, assai simile all'elemento finale nel vocabolo Valarin mâchananaškâd "l'Anello della Sorte" (WJ:401, ivi compitato alquanto differentemente). Essendo un Maia, Sauron dovrebbe conoscere il Valarin; esso potrebbe invero essere la sua "madrelingua", per usare l'unico termine disponibile. Se sembra blasfemo suggerire che la lingua degli Dei possa essere stata un ingrediente nel Linguaggio Nero di Sauron, "zeppo di suoni aspri ed odiosi e parole vili", dovrebbe essere rammentato che secondo Pengolodh, "l'effetto del Valarin sulle orecchie Elfiche non era piacevole" (WJ:398). Morgoth, tecnicamente [Brrr! N.d.T.] essendo un Vala, deve aver conosciuto il Valarin (o per lo meno lo approfondì durante le ere in cui fu prigioniero in Valinor). Secondo LR:178 egli lo insegnò ai suoi schiavi in una forma "perversa". Se così, il Valarin naškâd "anello" può aver prodotto nazg in un dialetto d'Orchi della Seconda Era, dal quale Sauron lo pigliò.

Che accadde al Linguaggio Nero dopo la caduta di Sauron? In forme pure più degradate può essere persistito per un periodo fra alcuni dei suoi primi sottoposti. Anche oggi, esso non è totalmente defunto.

Il corpus analizzato

"L'iscrizione sull'Anello era nell'antico Linguaggio Nero," ci informa l'Appendice F, "mentre le maledizioni dell'Orchetto di Mordor... erano pronunciate nella forma svilita in uso presso i soldati della Torre Oscura, di cui Grishnâkh era il capitano. Sharku [sic, leggi sharkû? [l'edizione italiana riporta la compitazione corretta, N.d.T.]] in quell'idioma significa vecchio uomo." ("Quell'idioma" significa il Linguaggio Nero come tale o la forma degradata? La formulazione non è perfettamente chiara, ma probabilmente [il riferimento è a, N.d.T.] quest'ultima. Nella nota a pié pagina in SdA3/VI cap. 8, sharkû - l'origine del nomignolo di Saruman Sharkey - è detto essere "Isengardiano" [quando invece l'originale dice che è in "in Lingua d'Orchi", il che evidentemente non può significare lo stesso, dacché non tutti gli Orchi erano Isengardiani, N.d.T.].)

Il nostro solo esemplio di puro Linguaggio Nero, quindi, è l'iscrizione sull'Anello: Ash nazg durbatulûk, ash nazg gimbatul, ash nazg thrakatulûk agh burzum-ishi krimpatul. "Un Anello per domarli, Un Anello per trovarli, Un Anello per ghermirli e nel Buio incatenarli." (SdA1/II cap. 2) Nazg è "anello", visto anche in Nazgûl "Spettro(i) dell'Anello". Ash è il numero "uno", agh è la congiunzione "e", inquietantemente simile allo scandinavo og, och. Burzum è "oscurità", che evidentemente incorpora il medesimo elemento búrz, burz- "oscuro" di Lugbúrz "Torre Oscura", il nome nel Linguaggio Nero che traduce il Sindarin Barad-dûr. Perciò, lo -um di burzum deve essere un suffisso astratto come lo "-ità" del corrispondente termine italiano "oscurità". Burzum ha un suffisso ishi "in". Nella trascrizione esso è separato da burzum da un trattino, ma non vi è nulla di corrispondente nell'iscrizione Tengwar sull'Anello, così questa può essere considerata o una posposizione o una desinenza locativa. (È rimarchevolmente simile al Quenya -ssë e può supportare la teoria avanzata da Robert Foster nella sua Guida Completa alla Terra di Mezzo, che il Linguaggio Nero fosse in certa misura basato sul Quenya ed una sua aberrazione. L'elemento burz- "oscuro" è anche vagamente simile alla radice Elfica per "nero", MOR.) Sebbene burzum-ishi sia tradotto "nel buio", non sembra esservi alcunché corrispondente all'articolo "il", a meno che sia in qualche modo incorporato in ishi. Ma l'evidenza è che il Linguaggio Nero non contrassegni la distinzione tra sostantivi definiti ed indefiniti; vedere sotto.

Nel vocabolo durbatulûk "per domarli tutti" i morfemi possono essere interlocutoriamente segmentati come durb-at-ul-ûk "domare-per-li-tutti" [quest'ultimo nelle varie traduzioni italiane di solito non compare, probabilmente per ragioni di metrica nel poemetto; analoga considerazione vale perthrak-at-ul-ûk sotto, N.d.T.] (l'alternativa è durb-a-tul-ûk, ma i suffissi al modello vocale-consonante creano un sistema più ordinato; ricordarsi che stiamo trattando con un linguaggio assemblato). Similmente abbiamo gimb-at-ul "trovare-per-li", thrak-at-ul-ûk "ghermire-per-li-tutti" e krimp-at-ul "incatenare-per-li". Verbi con la desinenza -at sono tradotti dagli infiniti inglesi: durbat, gimbat, thrakat, krimpat = "domare, trovare, ghermire, incatenare" [rispettivamente 'dominare', 'trovare', 'portare' e 'legare' nell'originale versione inglese; pare abbastanza arduo l'accostamento "to bring" = "ghermire" nella traduzione di Vicky Alliata di Villafranca, N.d.T.]. Perciò possiamo parlare di verbi in -at come infiniti, sebbene possa anche essere una forma "intentiva" specializzata indicante il proposito: l'Anello fu creato allo scopo di domare, trovare, ghermire ed incatenare gli altri Anelli di Potere. Il Linguaggio Nero non impiega solamente un suffisso -ul ad esprimere "li", ma anche, e più rimarchevolmente, un suffisso piuttosto che un vocabolo separato ad esprimere "tutti": -ûk.

Vi è quindi l'invettiva dell'Orco di Mordor: Uglúk u bagronk sha pushdug Saruman-glob búbhosh skai (SdA2 III:3). In PM:83, ciò è tradotto "Uglúk nella fogna, sha! lo sporco letame; il grande Saruman-buffone, skai!" (Ne esiste anche un'altra traduzione; vedere sotto.) Questa è detta essere una forma "degradata" del Linguaggio Nero, ma è naturalmente difficile per noi dire come essa diverga dal grado originale di Sauron. Il suono o è usato tre volte, sebbene ci siamo detti che "nel Linguaggio Nero [originale?], la o era rara". Ma il suono u è usato cinque volte (escludendo il nome Umanico di Saruman), così questo non può semplicemente essere dovuto alla u che è divenuta o in tale dialetto d'Orchi. Tolkien non dichiarò che la o fosse assente nel Linguaggio Nero (cfr. la parola Olog-hai sotto).

Possono effettuarsi le seguenti osservazioni: Sha e skai evidentemente sono semplicemente interiezioni di disprezzo; non sono tradotte. I composti che consistono di due sostantivi hanno il loro elemento pricipale in ultimo, così come in Quenya ed in inglese: perciò "Saruman-buffone" è Saruman-glob piuttosto che **glob-Saruman. (Perciò bag-ronk = "nero-pozzo" [cloaca, N.d.tT.] e push-dug = "letame-lerciume", interlocutoriamente segmentando gli elementi dei composti nel modo che sembra più verosimile - ma naturalmente può anche essere ba-gronk o bagr-onk, pushd-ug o pu-shdug). Gli aggettivi seguono il sostantivo che essi descrivono: "il grande Saruman-buffone" è Saruman-glob búbhosh piuttosto che *búbhosh Saruman-glob (cfr. anche Lugbúrz *"Torre Oscura", *Lug Búrz essendo compitato come un vocabolo). La triplice traduzione impiega l'articolo definito il, ma esso non ha equivalenti nei termini in Lingua d'Orchi (u deve essere la preposizione "a"). Ciò suggerisce che il Linguaggio Nero non marchi la distinzione tra sostantivi definiti ed indefiniti (il quale non è in sé un difetto, dacché questo è anche il caso in linguaggi maggiori come il russo e il cinese). È meno verosimile che la nuda radice del sostantivo sia in mancanza d'altro la forma definita, poiché in quel caso ash nazg dovrebbe tradursi come "quell'anello", non "un anello". (D'altra parte, Gandalf introdusse la sua traduzione dell'Iscrizione dell'Anello con le parole "Questo, nella Lingua Corrente, è ciò che vi è detto, abbastanza fedele", una formulazione [in quale fonte? N.d.T.] che suggerisce che la traduzione non è accurata al 100 %. In teoria essa è per giunta una traduzione di una traduzione, dacché Tolkien più tardi rese la versione in Lingua Corrente che appare nel Libro Rosso in inglese...) Notiamo che è utilizzata una preposizione u "a", indicando che il Linguaggio Nero ha preposizioni così come posposizioni suffisse come ishi (o è questo uno dei punti ove tale forma "degradata" del Linguaggio Nero differisce dal grado di Sauron? Può "nella fogna" essere *bagronk-u in puro Linguaggio Nero Sauroniano?)

Una traduzione alquanto differente delle imprecazioni e maledizioni in Lingua d'Orchi è stata pubblicata in Vinyar Tengwar: "Uglúk nel letamaio col fetente luridume di Saruman, budella di porco, gah!" Tale traduzione sembra essere posteriore rispetto a quella menzionata sopra. Sembre che Tolkien avesse dimenticato l'originale traduzione e semplicemente ne compose una nuova. Noi scegliamo di accettare la traduzione data in PM:83 come quella genuina, sebbene tale scelta sia dichiaratamente arbitraria.

Eccetto che per l'iscrizione sull'Anello e l'invettiva, il corpus consiste di poco più delle parole Olog-hai ed Uruk-hai, denotanti razze di creature specialmente brutali e guerresche evidentemente sviluppate ed allevate da Sauron: varietà di Trolls ed Orchi, rispettivamente. Hai evidentemente denota un popolo o razza.

È rimarchevole che il termine Nazgûl sia usato tanto in senso singolare quanto plurale. Forse un semplice sostantivo non è singolare né plurale, ma ha un senso assai generale o generico, e qualche qualificativo come ash "uno" o hai "popolo" è aggiunto se il significato deve essere ulteriormente specificato. Così quando si fanno dichiarazioni circa gli Spettri dell'Anello in generale, può essere OK dire semplicemente Nazgûl, ma uno specifico Spettro dell'Anello è *ash Nazgûl (forse intendendo sia "un certo Spettro dell'Anello"/"uno Spettro dell'Anello" o "lo Spettro dell'Anello"). L'intera "razza" o categoria degli Spettri dell'Anello può essere specificamente *Nazgûl-hai. Ma tutto ciò è pura speculazione. Non s'è mai visto il vocabolo Nazgûl in un contesto di Linguaggio Nero.

(Per un'independente analisi della grammatica del Linguaggio Nero, vedere l'articolo Una Seconda Opinione sulla Lingua Nera di Craig Daniel.)

Vocabolario del Linguaggio Nero

I nomi d'Orco, il cui significato è ignoto, ne sono esclusi. LND significa "Linguaggio Nero degradato" [l'originale riporta DBS, acronimo di 'debased Black Speech', N.d.T.] ed in effetti contrassegna parole dalle imprecazioni degli Orchi di Mordor, eccetto che nel caso di sharkû. Ovviamente, alcune di queste parole possono non differire dalle loro forme in puro Linguaggio Nero di Sauron. Non lo sapremo mai.

          agh "e"
          ash
"uno"
          -at suffisso infinito, o probabilmente un suffisso specializzato "intentivo" indicante scopo: Ash nazg durbatulûk "un Anello per domarli"
          bagronk
(LND) "pozzo nero", probabilmente bag+ronk "nero+pozzo"
          búbhosh
(LND) "grande"
          búrz
"oscuro", (isolato da Lugbúrz, q.v.), burzum "tenebra"
          dug
"sudiciume", ipoteticamente isolato da pushdug, q.v.
          durb-
"dominare", infinito durbat, attestato solamente con suffissi: durbatulûk "per domarlil". Il verbo durb- è marcatamente simile al Quenya tur- dal significato similare.
          ghâsh
"fuoco" (specificato come derivato dal Linguaggio Nero, può rappresentare o meno la forma originale che Sauron diede al vocabolo)
          gimb-
"trovare", infinito gimbat, solo attestato con un suffisso pronominale: gimbatul, "per trovarli"
          glob
(LND) "stupido"
          gûl
"uno dei maggiori servi invisibili di Sauron, dominati interamente dal suo volere" (A Tolkien Compass p. 172). Tradotto "spettro(i)" nel composto Nazgûl, "Spettro(i) dell'Anello".
          hai
"gente", in Uruk-hai "popolo Uruk" e Olog-hai "popolo dei Vagabondi"; cfr. anche Oghor-hai.
          ishi
"in", un suffisso-posposizione: burzum-ishi, "nel buio".
          krimp-
"legare", infinito krimpat, solo attestato con un suffisso pronominale: krimpatul, "incatenarli"
          lug
"torre". Isolato da Lugbúrz, q.v.
          Lugbúrz
La Torre Oscura, Sindarin Barad-dûr (Lug-búrz "Torre Oscura")
          nazg
"anello": ash nazg "un anello", Nazgûl "Spettro(i) dell'Anello"
          Nazgûl
"Spettro(i) dell'Anello", nazg + gûl (q.v.)
          Oghor-hai
"Drúedain" (UT:379; questa può essere o non essere puro Linguaggio Nero)
          olog
una varietà di Vagabondi apparentemente sviluppata da Sauron. Olog-hai "Olog-popolo".
          pushdug
(LND) "sozzura", probabilmente push+dug "letame+sudiciume"
          ronk
(LND) "branco", ipoteticamente isolato da bagronk, q.v.
          skai
(LND) interiezione di dispregio
          sha
(LND) interiezione di dispregio
          sharkû
(LND?) "uomo anziano"
          snaga
"schiavo" (Può essere LND.) Usato per le razze inferiori di Orchi (WJ:390).
          thrak-
"ghermire", infinito thrakat, attestato solo con suffissi: thrakatulûk "per ghermirli tutti"
          u
(LND) "a"
          -ûk "tutti", suffisso di suffissi pronominali: -ulûk, "tutti lorol"
          -ul suffisso pronominale "essi".
          -um "-ness" [come la desinenza inglese, N.d.T.] in burzum "tenebra" ["darkness", N.d.T.].
          uruk
una gran varietà d'Orchi.

APPENDICE: Il Linguaggio Nero era basato sull'Iittita/Currita?

Lo storico Alexandre Nemirovsky, specializzato nella storia degli Iittiti e dei Curriti che vissero nella Tarda Età del Bronzo, crede che il Linguaggio Nero di Tolkien possa essere ispirato ai linguaggi di tali antichi popoli. Come noto, alcuni dei linguaggi inventati di Tolkien erano in definitiva influenzati da lingue preesistenti; è ben noto che Quenya e Sindarin erano originariamente ispirati dal Finnico e dal Gaelico, rispettivamente. Quanto segue è una versione lievemente riveduta dell'argomentazione che Nemirovsky mi ha inviato; egli mi ha gentilmente accordato il permesso di usarla qui:

1. Sul morfema ûk. Siccome è suffisso, non un vocabolo (Tolkien scrive tutti i vocaboli separatamente nella sua traslitterazione), può a stento esprimere "tutti". Questo in quanto "tutti", essendo un pronome, rimarrebbe, penso, un termine separato. Propongo di identificare tale ûk come un suffisso verbale col significato di pieno completamento dell'azione espressa dalla radice verbale, così che letteralmente dovrebbe essere tradotto "completamente, pienamente", il che corrisponderebbe bene alla traduzione "tutti", in quanto "per domarli pienamente" e "per domarli tutti" significa lo stesso in tal contesto.

2. Principali tratti grammaticali: i casi sono espressi a posteriori (ishi); soltanto il caso Nominativo ha una desinenza zero (nazg); la caratteristica più importante a mio avviso è che il pronome personale che dà nome all'oggetto di una azione transitiva è incluso nella forma verbale soltanto. Non rimane un vocabolo separato. Per di più, alcuni suffissi verbali posson pure venire dopo di esso in un tal caso (radicale + ul "li" + ûk "completamente, all'estremo"). In altre parole, si vede un linguaggio agglutinato ergativo - i.e. un linguaggio di tipo non IndoEuropeo, realmente alieno a pressoché tutti gli altri, e di un tipo molto arcaico.

3. Ora la mia ipotesi principale è che tale Linguaggio Nero fu disegnato da Tolkien dopo qualche presa di conoscenza del(dei) linguaggio(i) Currita-Urarteo. Sulla possibilità di una tale presa di coscienza vedere la Nota 4 in basso. Per ora voglio enfatizzare che il Currita è realmente un linguaggio agglutinato ergativo, dove i pronomi personali sono inclusi nelle forme verbali; per inciso, le forme jussive in Currita non includono il pronome che esprime l'agente/soggetto di una azione transitiva, ma sovente includono il pronome, esprimendo il suo oggetto. Cfr. la presenza di un formatore "li"-, ma l'assenza di ogni formatore che esprime l'agente, nelle forme verbali dell'Iscrizione dell'Anello. In Currita tutti i casi eccetto il Nominativo sono expressed con varie flessioni; il Nominativo è espresso con flessione zero - nuovamente proprio come nel Linguaggio Nero.

Naturalmente, qui si vedono soltanto paralleli grammaticali; ma molti vocaboli del Linguaggio Nero hanno molto in comune con vocaboli Curriti-Urartei. Considerare la seguente lista (le forme del Linguaggio Nero sono date in grassetto, le forme Currite-Urartee in corsivo):

ash "uno" / she (radicale sh-) "uno"

durb- "dominare" / turob- "qualcosa (di disastroso), di cui è predestinato l'avenire; nemico". (Tale versione della principale semantica del Currita turobe come "male predestinato" piuttosto che solo un "nemico" è basata sul contesto della lettera di El-Amarna #24, ove tale vocabolo compare in una costruzione di un tipo "se turobe avverrà, - non lasciate che avvenga! - ci aiuteremo l'un l'altro con forze militari". I verbi danno l'impressione che "un destino di male in forma di un nemico" sia il significato di turobe.)

at - formatore di futuro jussivo/intenzionale in forme verbali / ed - formatore di futuro nei verbi

-ul "li" come oggetto di un'azione in forme verbali transitive / -lla, -l "li" come oggetto d'azione in forme verbali transitive

-ûk "completamente" come un morfema in una forma verbale / -ok- formatore con un significato "pienamente, veridicamente, realmente" in una forma verbale

gimb- "trovare" / -ki(b) "prendere, radunare"

thrak- "ghermire" / s/thar-(ik)- "chiedere, domandare di inviare qualcosa a qualcuno", così si implica il significato "chiedere/causare il portare qualcosa a qualcuno".

agh "ed" / Urarteo aye, lo stesso che "mit" e "bei" in Tedesco

burz- "buio" / wur- "vedere" di fatto, ma il radicale è presente in wurikk- "essere cieco" e realmente esprimerebbe qualcosa di opposto a "vedere, visibile" con qualche particella negativa, mentre vi è una particella z in Currita col possibile significato "essere proprio al limite di, alla fine di, completare". Così wur + z darebbe realmente il significato "dove la vista è prossima ai suoi limiti" - naturalmente non Currita come tale, ma un affatto possibile "gioco" d'ogni linguista col materiale Currita.

krimp- "legare" / ker-imbu- "allungare pienamente/completamente/irreversibilmente", se rispetto ad una fune, e.g., si attaglia graziosamente al concetto di "legare strettamente"

Per inciso, Sauron significherebbe "Colui che è Armato di Armi", Colui che è Armato " in Currita (Sau "Le Armi" + -ra, desinenza di caso comitativo, + n - "Egli" oppure -on, onne, una desinenza nominalizzatrice). [Il nome Sauron non è in Linguaggio Nero, ma in Quenya. L'osservazione di Nemirovsky è interessante allo stesso modo. - HKF.] Uglûk può essere tradotto come "Impaurire-ognuno!", siccome ugil- significa "provocare paura in qualcuni" in Currita.

Tenendo in conto il fatto che si conoscono pochissimi vocaboli d'Orchi, tale nuovo fatto che così tanti di essi abbiano possibili paralleli in Currita-Urarteo sembra più significativo di quanto sarebbe altrimenti, e può indicare che siamo qui di fronte a qualcosa di più che pure coincidenze.

4. Poteva Tolkien sapere alcunché circa il Currita? Sì, in definitiva. Il problema di identificare il Currita come linguaggio non IndoEuropeo, la connessione tra i Curriti e gli Ariani, le inclusioni Ariane nel linguaggio Currita - tali faccendes costituiscono uno dei problemi ad altissima priorità delle ricerche sull'IndoEuropeo, specialmente in relazione alla storia antica, dal 1920 al 1940. Fu proprio un Semitista e Biblista inglese, Speiser (autore di un famoso commentario sul Genesi), che fu il più attivo nell'esplorare tale linguaggio: nel 1941 egli pubblicò la sua fondamentale Grammatica Currita, che operò una reale rivoluzione in tale campo. Ogni linguista inglese profondamente interessato agli studi sull'IndoEuropeo, agli antichi linguaggi ed agli studi Biblici (e Tolkien soddisfa perfettamente tutti questi criteri) non soltanto poteva, ma, penso, semplicemente doveva conoscere quasi tutte queste materie. Così Tolkien ebbe ogni opportunità di leggere l'opera di Speiser (per non menzionare le opere precedenti), e di leggerle con interesse.

Certo, non è più di una proposta puramente ipotetica. Ma tenendo in conto tutte le caratteristiche comuni del Currita e della Lingua d'Orchi (per inciso, pure le loro fonologie hanno qualcosa in comune, ed i radicali dei tipi "CCVC", "CVCC" e "VCC" son tipici del Currita - un linguaggio assai "aspro" se comparato ad altri linguaggi dell'Antico Oriente) e la posizione del problema Currita in taluni studi linguistici in Inghilterra negli anni Venti, Trenta e Quaranta, non posso non chiedermi: che dire se JRRT realmente adoperò qualche sorta di conoscenza di Currita nel disegnare il suo Linguaggio Nero?

BIBLIOGRAFIA

E.A.Speiser, Introduction to Hurrian , The annual of the American Schools of Oriental Research, v. 20, N.H. 1941.

M.E. Laroche Glossaire de la Langue Hourrite. // Revue Hittite et Asianique Tome XXXIV-XXXV, 1976-1977

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Ardalambion