Il Quenya fu la lingua-madre di Feanor, e il primo linguaggio a ricevere una forma scritta in Tengwar. Tuttavia, non si conosce in dettaglio in che modo inizialmente il Quenya venisse rappresentato mediante le Tengwar, dal momento che la maggior parte delle nostre informazioni su questa forma di scrittura derivano dalla tarda Terza Età del sole, o dall'inizio della Quarta (l'epoca del Libro Rosso). Questo documento, pertanto, è principalmente dedicato alle forme di scrittura Quenya delle epoche tardive, benchè i riferimenti ai precedenti modi vengano dati ogni volta che essi siano noti o possano essere dedotti.
Inoltre, anche il materiale contemporaneo è piuttosto contradditorio. Le nostre più importanti fonti sono la descrizione di Tolkien in AppE , e due traduzioni in Tengwar del poema Namárië (DTS 20 e DTS 55, che in seguito vengono riferite collettivamente come iscrizioni di Namárië). Il punto di partenza per questa descrizione è l' AppE; rimandi ad altre fonti verranno similmente annotati.
Si può osservare che molte delle iscrizioni Quenya pubblicate fanno uso di forme delle Tengwar che non sono specificatamente designate per il Quenya (e.g. DTS 38, DTS 46, DTS 49, ecc.). Ne consegue che tali iscrizioni non verranno considerate in questa sede.
Nota: le varie tengwar sono solitamente indicate mediante i rispettivi nomi Quenya. Per una loro completa elencazione, vedere l'articolo Nomi delle Tengwar.
Nel modo Quenya vengono rappresentate da tengwar solo le consonanti, mentre le modificazioni delle medesime, così come le vocali, sono rappresentate da segni diacritici — i tehtar. La Figura 1 mostra la pronuncia delle tengwar nel Quenya, in accordo con il metodo di trascrizione utilizzato ne Il Signore degli Anelli (con l'eccezione del suono ng come in king , che è trascritto {ñ} in accordo con lo stile normalmente utilizzato da Tolkien). Per la pronuncia del Quenya, far riferimento all' AppE. Il simbolo > significa “sviluppato in”, p.e. per un cambio di pronuncia interno al linguaggio; >> significa “sostituito da”, p.e. in conseguenza di una conscia decisione presa dagli scrittori. Le Note sono poste sotto alla tabella. Nella maggior parte dei browser dovrebbe essere possibile cliccare su ogni tengwa per saltare alle relative note.
umbar. Questa tengwa di solito rappresenta
mb, ma dopo lambe rappresenta b. Cf.
AppE: “Per
lv, non perr lw, molti oratori, specialmente gli Elfi, usavano
lb: questa era scritta con 27 + 6, dato che lmb non poteva
esistere.”
thúle > súle. L' AppE riporta: “TH [. . .] questo divenne s nel Quenya parlato, benché scritto con una lettera differente”. P.e., il suono /s/ che derivò da /th/ venne scritto con una tengwa differente dall'originale /s/. E' indubbio che questa “lettera differente” fosse thúle . Tuttavia, in DTS 20, silme viene usato per /s/ anche dove ci si aspetterebbe thúle, come in hísie. (La più corta iscrizione DTS 55 non contiene nessuna novità evidente di tal genere. In quell'iscrizione l'unico termine che potrebbe avere silme al posto del precedente /th/ è súrinen, ma l'etimologia di questa parola non è stata stabilita con certezza.)
harma > aha. L'ach-laut ch (scritto foneticamente /x/ , ma sempre scitto {h} da Tolkien) può originariamente essere trovato in tutte le posizioni, e harma veniva usato per rappresentare questo suono. Quando la pronuncia mutò in una [h] aspirata, nella posizione di inizio-parola il nome venne alterato ad aha in modo da mantenere l'originale pronuncia nel nome. Nella Terza Età, tuttavia, il suono tornò ad essere [h], anche se mediana, e rimase [x] solo prima di t, come in Telumehtar. La tengwa deve aver continuato ad essere usata per tutte le h mediali o giusto davanti a t; tuttavia, non è stata pubblicata nemmeno una testimonianza di ciò. In altre posizioni, hyarmen o halla vennero usate per h.
ñoldo > noldo. Orginariamente ricorreva il suono ñ , ma venne cambiato durante la Terza Età in n . Non si conosce nessun esempio di forma Quenya con noldo ; se la tengwa venne usata anche nella Terza Età, fu probabilmente come una compitazione conservativa della vecchia ñ (cfr. suddetto súle ).
ñwalme
> nwalme. Usato solo per
l'iniziale nw, che mutò in ñw. Altre occorrenze di
nw (che origina da n + w) vengono scritte númen + vilya.
óre. Il Quenya in origine
possedeva “una dedole (afona) r” [ AppE] che veniva
rappresentata da óre . Esaminando il nome della tengwa, il suono
r debole si trova medialmente (ma non ci è dato di sapere se óre sia il nome originale: tutto quello che ci è dato di sapere è che questo era il nome in uso al tempo
del Libro Rosso). Nella Terza Età, “R rappresenta una r vibrante in tutte le posizioni”
[ibid.], e questa
r vibrante veniva usualmente
scritta con rómen.
Nelle iscrizioni di Namárië, óre rappresenta una r
prima delle
consonanti e al finale di parola, mentre rómen viene usata prima delle vocali (con l'unica eccezione, probabilmente per errore, in DTS
55: il termine
ómaryo utilizza óre). Il motivo di questa distribuzione dei
segni r fu probabilmente di natura estetica, piuttosto che effettivamente dettata da una
differenza di pronuncia.
anna. In accordo con FQD, anna originariamente rappresentava [3] , che denota una remoto fricativo spirante o velato. Ma questo suono deve essere scomparso dal Quenya prima della nascita di Feanor, e quindi, se utilizzato in questo senso, esso doveva esistere principalmente in altri linguaggi di Aman che ancora lo possedevano — può darsi il Valarin — oppure in testi etimologici dove si discuteva di suoni persi. Molto spesso, esso rappresentava una qualsiasi consonante “muta” o “svanita”, che si pensava avesse preceduto una vocale che ancora rimaneva nella parola (come per esempio in alda < 3alda ). Nessuno di questi due utilizzi ricorre in uno dei campioni pubblicati. E' possibile che anna abbia perso presto questa funzione nella storia del sistema di scrittura, dal momento che la distinzione del vecchio suono [3] divenne ridondante.
Nelle iscrizioni di Namárië, anna viene utilizzato per trasportare un tehta palatale quando nessun'altra consonante è presente nella posizione richiesta (vedi Modificazioni delle Consonanti). Questo utilizzo probabilmente si sviluppò perchè la tengwa, che di solito non rapresentava “nessuna consonante”, poteva generare il segno diacritico di significato y senza aggiungere qualsiasi valore sonoro intrinseco. Un breve trasportatore può essere stato in teoria utilizzato nello stesso modo, ma può darsi che gli Elfi ritenessero l'utilizzo di un trasportatore come una forma “sovra-appesantita” dalla contemporanea presenza sia di un segno-vocalico sovrascritto che di un tehta palatale sovrascritto, diversamente da quanto faceva anna.
wilya >
vilya. Il w del Quenya inizialmente si
voltò in v , ma spesso rimase w in
posizione mediana. Nell'unico testo
Quenya in cui occorre vilya (DTS
20), esso è usato per una w
mediale, nella parola vanwa. Giudicandolo in base al suo nome, esso
potrebbe presumibilmente rappresentare anche una v iniziale derivata da
w.
rómen. La lettera aggiuntiva rómen probabilmente ha sempre rappresentato una r vibrante. Nelle iscrizioni di Namárië essa viene usata per una r prevocalica (anche quando palatalizzata o lunga), mentre óre viene usata in tutte le altre posizioni.
silme / silme nuquerna. Sia silme che silme
nuquerna vengono usate per
s,
ma la seconda era “principalmente usata quando accompagnata da un tehtar sovrapposto alla
lettera” [ AppE]. Entrambe le iscrizioni
di Namárië lo attestano.
áze >> esse. Il suono z che in origine ricorreva in Quenya evolvette in r, che era rappresentato da rómen. A differenza del caso di thúle, gli Eldar nello scrivere non sentirono nessuna necessità di distinguere il nuovo suono r da quello più vecchio. Tuttavia, il tengwa áze, allora provvisoriamente conosciuto come áre, “venne usato nel Quenya per il suono ss molto frequente in questo linguaggio, e gli venne dato il nome di esse .” [AppE]. L'utilizzo di esse per ss è ben attestato nelle nostre fonti.
áze
nuquerna >> esse nuquerna. La forma variante di esse aveva lo stesso significato della sua controparte, ma era
“maggiormente utilizzato quando accompagnato da un tehtar posto sopra la lettera” ( AppE; cfr. precedente silme
nuquerna). Ad ogni modo, esso non era necessario: in DTS
20 ci siano
parecchi esempi di esse anzichè esse nuquerna utilizzati con un tehtar posto sopra alla lettera.
hyarmen. Questo
tengwa inizialmente rappresentava
hy, una h palatalizzata. Ma quando divenne necessario un tengwa
per la neo-derivata h
aspirata (cfr. sopra aha
), hyarmen venne assegnato a questo suono (il suo
precedente valore venne rappresentato aggiungendo il tehta palatale; vedi Modificazioni delle Consonanti ). Al tengwa non venne mai dato un nuovo nome, malgrado il
fatto che la pronuncia di hy /ç/ fosse
completamente distinta da h /h/.
halla. Prima dell'evoluzione della h aspirata da un iniziale ach-laut (vedi sopra aha), il Quenya possedeva un'altra h aspirata rappresentata da halla. Più tardi i due suoni h si fusero, e halla apparentemente cessò completamente di essere usata per h .
Un'altra funzione di halla era di “essere posta prima di una consonante per indicare che essa era inespressa ed aspirata; r e l erano di solito espresse in questo modo, ed erano trascritte hr, hl” [ AppE]. Questa consuetudine sembra sia sopravvissuta anche in epoche successive (in parole tipo hríve, hlóce), benchè non sia noto alcun esempio. Il suono hl “nellaTerza Età era di solito pronunciato come l” [ AppE ], ma dal momento che Tolkien pretende d'aver trascritto dalle sue fonti qualcosa come hl , qualcosa che veniva di solito espresso con l'aiuto di halla, il suono dovrebbe essere stato ancora rappresentato in scrittura. In quest'ottica, come in molte altre, gli Eldar furono probabilmente conservatori.
yanta.In accordo con l' AppE, yanta fu “prevalentemente applicata alla y”. Nelle iscrizioni di Namárië, il tengwa viene usato per i, mentre esso si mantiene come la seconda vocale nei dittonghi ai, oi, ui (dove viene pronunciato similmente alla consonante palatale Quenya y). Vedere Dittonghi.
úre.L' AppE dichiara che úre di solito rappresenta w. Nelle iscrizioni di Namárië esso significa u se posizionato come seconda vocale nel dittongo au (dove viene pronunciato in modo simile a w ). Esso può certamente essere usato nei dittonghi eu e iu (per lo meno quando questi erano ancora dittonghi calanti; “Ma iu in Quenya nella Terza Età venne di norma pronunciato come un dittongo che sale” [ AppE]). Vedere Dittonghi .
I Tehtar venivano usati nel Quenya per indicare le consonanti lunghe, palatizzazioni, e suoni seguenti.
Consonanti lunghe o doppie
erano indicate mettendo una linea orizzontale sotto alla base della tengwa.
Consonanti palatizzate (p.e. consonanti seguite da una y consonantica) erano indicate dalla palatizzazione tehta, che nella maggior parte dei casi aveva la forma di due punti sottoscritti. Quando ce n'era solo uno, e non seguente ad una consonante, il suono palatale y era rappresentato dalla tengwa silente anna assieme alla tehta palatizzata.
In DTS 55 viene usata una forma variante della palatizzazione, la quale consiste di tre punti anzichè due. La principale ragione per la forma alternativa è dovuta probabilmente al fatto che la i lunga viene rappresentata in questo testo da due punti posti sopra alla lettera (vedi Vocali Lunghe), e lo scrivente voleva distinguere i simboli per í ed y.
Segue s può essere indicato ponendo un gancio sotto all'arco della tengwa, “specilamente nelle combinazioni ts, ps, ks (x), che erano favorite in Quenya” [ AppE]. Nessun modello Quenya conosciuto attesta una s-gancio, ma per fortuna tali esempi abbondano in documenti di altri linguaggi.
Le vocali nella forma classica del Quenya sono rappresentate da tehtar (o, più specificatamente, ómatehtar, segni-vocalici [QE]). La Figura 2 mostra i tehtar per le vocali Quenya.
I tehtar vocalici vengono posti sopra alla precedente consonante tengwa. Quando non esiste alcuna precedente consonante, i tehtar venivano posti al di sopra di un trasportatore breve (mostrato in grigio in figura 2). In accordo con l' AppE, una “forma comune” per il trasportatore breve era “simile ad una i senza puntino”; tutti i trasportatori brevi attestati hanno questa forma.
Le vocali lunghe del Quenya (nella trascrizione romana marcate con un accento acuto) erano “solitamente rappresentate posizionando il tehta sul ‘traportatore lungo’, una cui comune forma era simile ad una j senza puntino. Ma si poteva raggiungere il medesimo intento anche tramite il raddoppiamento del tehtar. Tuttavia, quest'ultima possibilità veniva realizzata frequentemente solo con i riccioli, e raramente con l'‘accento’” [ AppE]. In DTS 55, tutte le vocali lunghe ad eccezione di á sono costantemente rappresentate dal raddoppiamento del tehtar ogni volta che è disponibile una tengwa precedente. Questo avviene spesso, perfino í viene indicata da un doppio punto, malgrado l'osservazione indiretta che ciò non era molto comune. Metodi noti per indicare le vocali lunghe sono indicati in figura 3.
Figura
4: Modi conosciuti per scrivere ‘calma’ |
La più frequente vocale in Quenya era a, ed è notevole che il tehta che rappresenta la a sia anche quello più complicato da scrivere. Tolkien nota che “I tre punti, in scrittura la forma più utilizata per la a, venivano scritti diversamente in calligrafie più rapide, adoperando spesso una forma simile all'accento circonflesso”; ed in più:
In Quenya, linguaggio in cui la lettera a era molto frequente, il segno vocalico veniva spesso del tutto omesso. Così, per calma ‘lampada’, si poteva scrivere clm, leggendo naturalmente calma, poichè cl era una combinazione iniziale inesistente in Quenya, e la m non compariva mai in fine di parola. Sarebbe stato però possibile leggere calama, ma tale parola non esisteva. [ AppE]
Tuttavia, c'era un evidente rischio di commettere interpretazioni errate. Per minimizzare tale rischio, uno poteva indicare le consonanti non seguite da alcuna vocale tramite l'apposizione sopra alla lettera di un punto. Tra gli esempi da citare si hanno DTS 42, DTS 51, e, forse più evidentemente, il catalogo di presentazione J.R.R. Tolkien: Vita e Leggenda , p. 82, dove una delle parole scritte sembra essere calma. In questo caso la scrittura non può essere interpretata come calama, dal momento che la l è marcata come non avente nessuna vocale che segue. Vedi SDT per uno studio più detagliato sull'apposizione in alto del punto. Esiste anche una completa discussione sull'omissione della ain QS.
Un'altra pratica consisteva nello scrivere la vocale a solo quando accentata e/o iniziale, e di ometterla in tutte le altre posizioni. Questo utilizzo è evidente in DTS 55 . Benchè ci sia una sola parola (namárië), in DTS 12 apparentemente si segue proprio questo principio.
Un indice dei modi noti o probabili di scrivere calma viene dato in figura 4.
I dittonghi Quenya sono ai, oi, ui, iu, eu, au . Erano in origine tutti dittonghi calanti, cioè accentati sulla prima vocale. Nelle iscrizioni di Namárië, la prima vocale in ciascun dittongo è data da una vocale tehta, la seconda da una tengwa. Se la seconda vocale è i, essa viene rappresentata da yanta; se u, essa è data da úre. I dittonghi sono elencati in figura 5. I dittonghi non attestati sono indicati con un asterisco (*).
Di solito, il tehta che costituisce la prima parte del dittongo è posto sopra alla tengwa che rappresenta la seconda parte, il che significa che i simboli vengono letti in direzione opposta rispetto alla norma: il primo tehta sovrascritto, quindi il tengwa. In un caso, in DTS 20, il tehta è tuttavia posto sulla tengwa precedente (nella parola caita), cioè sopra a calma invece che sopra a yanta. Questo non dovrebbe essere un errore, dal momento che il significato dovrebbe essere ugualmente chiaro.
il dittongo iu “nella Terza Età era normalmente pronunciato come un dittongo saliente, come yu nell'Inglese yule” [ AppE], e dal momento che questo dittongo non è attestato in Tengwar, non sappiamo se esso venisse anche scritto utilizzando úre. Potrebbe darsi che esso fosse più frequentemente rappresentato dalla palatale anna (cfr. Modificazioni delle Consonanti ) + una u-tehta.
Utilizzando la forma di scrittura Quenya, si può per esempio scrivere il testo seguente:
Íre hanyuvalye i tixi tehtaron ar i lúvar tengwaron, san istuvalye tece tengwainen.
“Quando capirai i punti delle tehtar e gli archi delle lettere, allora potrai scrivere con le Tengwar.”
Ulteriori iscrizioni Quenya possono essere trovate alla pagina delle Miniature Tengwar.
Questa pagina in lingua originale è reperibile a questo indirizzo