Il nome di questa forma Grigio-elfica delle Tengwar viene riportato nell'intestazione a DTS 8. Sembra sicuro ritenere che questo modo sia stato creato nel Beleriand, o per lo meno che si sia cominciato ad utilizzarlo in quel luogo. I Noldor ebbero l'onore di essere i primi ad applicare il Tengwar al Sindarin [QE Appendice D §20], benchè non si possa essere certi che il modo del Beleriand sia proprio quello che crearono.
Attualmente le nostre fonti per il modo del Beleriand sono limitate a sei esempi: DTS 8, DTS 21, DTS 58, e tre quasi identiche iscrizioni tracciate per le Porte di Durin (DTS 29, DTS 30, DTS 31). Ci sono anche poche note in AppE. Le fonti sono in completo accordo.
Nota: le varie tengwar sono spesso citate servendosi del loro nome Quenya. Per una loro completa elencazione, si veda l'articolo Nomi delle Tengwar.
Questo “antico modo S[indarin]” [DTS 58] è una forma di quanta sarme (“scrittura piena”), termine col quale si indica che sia le vocali che le consonanti vengono scritte con le tengwar. Sotto quest'aspetto era simile al quanta sarme che Feanor creò “per i Maestri di Erudizione” per rappresentare il Quenya. Si dice che per linguaggi come il Sindarin, “la pratica di utilizzare i segni diacritici per indicare le vocali era scomoda” [FQD]. I segni diacritici, i tehtar, vengono utilizzati per modificare il valore sonoro delle tengwar.
LaFigura 1 mostra i suoni delle tengwar nel modo del Beleriand, in accordo col metodo di trascrizione utilizzato ne Il Signore degli Anelli. I suoni non attestati sono marcati da un asterisco (*). Per la pronuncia del Sindarin, fare riferimento all' AppE. Le Note sono riportate in basso. In molti browser dovrebbe essere possibile cliccare su ciascuna tengwa per saltare alla relativa nota.
ampa. Ne Il
Signore degli Anelli Tolkien trascrisse la v finale come {f}. Questa prassi non
trova corrispondenza nel Tengwar, perciò nel modo del Beleriand la {f} finale dovrebbe essere scritta con ampa.
noldo. “NG rappresenta ng in
finger, ad eccezione
che in finale di parola dove veniva espressa come in Inglese
sing.” [ AppE ] Nel modo del Beleriand il primo suono doveva essere rappresentato da anga con una tehta nasale (vedi Consonanti
Nasali). Non si sa come venisse scritto l'altro suono, ma probabilmente veniva
utilizzato noldo.
arda ed alda. Queste lettere non sono attestate nel
modo del Beleriand, ma l' AppE sostiene
che esse “erano frequentemente utilizzate per r (rh) ed l (lh) sorde”, suoni che occorrevano nel Sindarin e che necessitavano di un modo con cui essere scritti. Se anche arda ed alda venivano utilizzate nel modo del
Beleriand, allora erano certamente utilizzate per questi suoni.
hwesta sindarinwa. In accordo con l' AppE, hwesta
sindarinwa (o “hw
Grigio-elfica”) era
“prevalentemente utilizzata per la w sorda”. Non si hanno esempi Sindarin di
questa tengwa, benché il suo nome suggerisca inequivocabilmente che essa nacque per
il Sindarin. Una teoria vuole che in Sindarin, al tempo in cui i Noldor incontrarorono per
la prima volta il linguaggio, hw venisse
pronunciato chw. In Quenya hw rappresenta una w sorda, e perciò i Noldor
sentirono la necessità di una tengwa distinta da hwesta per rappresentare il
suono Grigio-elfico. Sembra, tuttavia, che quello che Tolkien trascrisse come hw, più tardi rappresentasse una w sorda sia in Quenya che in Sindarin [ AppE].
In uno dei disegni delle porte di Durin (DTS 31), nella parola mellon viene utilizzata una tengwa leggermente diversa per m. Può darsi che la confusione su vala intenda significare che il suono è lenito, una caratteristica del Sindarin che Tolkien
scoprì diversamente nel tempo. Se questo fosse corretto, la tengwa dovrebbe essere pronunciata come una “m spirante (oppure v nasale)” [AppE]. Una tengwa simile ricorre in DTS 49. Successivamente,
Tolkien decise che mellon sulle Porte di Durin non fosse in un contesto tale da produrre lenizione, e pertanto la tengwa non ricorre nell'inscrizione definitiva.
gasdil. La tengwa altimenti nota come halla può essere utilizzata per indicare una g che è stata lenita, e di conseguenza, resa silente [ACE, Appendice
III]. Non se ne conosce alcun esempio.
Le uniche consonanti lunghe o doppie attestate
negli esempi di modo del Beleriand sono ll, mm, nn. La
l lunga è scritta con due lambe
consecutivi, come nella trascrizione
fonetica. La m e
la n lunghe vengono scritte rispettivamente con malta e númen . Queste ultime
due sono indubbiamente modi stenografici per scrivere vala e óre raddoppiate, i segni normali per m e n in questo stile. Si può assumere che tutte le altre
consonanti lunghe venissero scritte con tengwar raddoppiate.
L' AppE dice che “una barra (o un simbolo simile al
tilde Spagnolo) posta sopra la
consonante significava spesso che questa era preceduta da una nasale della medesima serie (come in
nt, mp, o nk)” — dove la nasale era sia m che n
, a seconda di quale colonna nella tabella contenesse la tengwa. Questo tipo di nasalizzazione tehta evidenziato nel modo del Beleriand è attestato in DTS
8 . Nelle parole composte non legate, dove la prima parola termina con una nasale
che è omorganica alla consonante iniziale della seconda parola, questo espediente era apparentemente il modo migliore per separare
i due suoni e scriveli entrambi con le tengwar. Questo è quanto viene suggerito in DTS
21, in cui la
parola palan-díriel
(il trattino non ha nessun equivalente nella scrittura con le
tengwar) ha n scritto senza óre.
“Il simbolo per segue-w (necessario per
l'espressione di au, aw )” nel modo del Beleriand divenne “la
u-ricciolo o
una modificazione della medesima ~” [AppE]. Non si trova nessun esempio
concreto, ma altri stili Tengwar Grigio-elfici si servono di un tehta per segue-w che assomiglia approssimativamente ad una tilde rovesciata (~). E' dubbio se questo fosse il
tehta descritto da Tolkien. Tuttavia, non tutte le consonnati labializzate
devono essere scritte utilizzando il tehta.
Nella descrizione della sistematica delle lettere
principali, l' AppE fa
menzione di un modo in cui le prime quattro tengwar della quarta serie della tavola hanno i
valori sonori labiali kw, gw, khw/hw, ghw/w . Non ci sono esempi
in cui le lettere vengono utilizzante con
questi suoni. Comunque, i suoni delle prime tre serie del suddetto modo si adattano perfettamente a quelli del
modo del Beleriand, e, dal momento che vilya rappresenta
il suono w nello stile del Beleriand, deduciamo che la quarta serie fosse
riservata alle consonanti labializzate. Vilya
é inoltre la
sola tengwa delle lettere principali nella quarta serie
che ricorre nei nostri esempi di questo modo. E' possibile che, ricorrendo gw
negli esempi, essa potesse essere scritta con ungwe . Gli altri suoni — kw,
khw/hw, e ghw/w —
sono più problematici.
In Sindarin, segue-w viene trovato in molti gruppi di consonanti, ma di questi solo gw e hw rientrano nei suoni precedentemente elencati. Infatti, gli altri suoni dell'elenco non ricorrono nel Sindarin. Potrebbe darsi che l'elenco sia solo teorico, utilizzato dall' AppE come la forma più sistematica di una serie labializzata, ma che non ricorre in esempi pratici. La maggior parte dei segue-w devono essere scritti con la “ u-riccolo modificata” (hw era probabilmente scritto con hwesta sindarinwa come notato precedentemente). Anziché favorire lo sforzo mnemonico mediante l'utilizzo di un tengwa unitario per gw, probabilmente questo suono era scritto anche utilizzando il tehta, in analogia con dw e rw.
Figura 2: Segni lunghi![]() |
In questo modo le vocali lunghe sono indicate ponendo sopra alla lettera “l' ‘accento
acuto’, chiamato in questo caso andaith ‘segno lungo’ ” [ AppE ]. Si ritiene che le vocali “specialmente
allungate”, segnate da Tolkien con un circonflesso, non venissero
distinte dalle normali vocali lunghe, ma questo è pura speculazione. Può
darsi che esse venissero segnate, per esempio, con
un andaith doppio. Le vocali lunghe sono mostrate in figura 2.
Figura 3: Dittonghi![]() |
Nel modo del Beleriand i dittonghi erano scritti in svariati modi, a seconda delle vocali coinvolte. Essi vengono elencati in figura 3. Nei dittonghi che finiscono con -i, la prima vocale è rappresentata dalla tengwa corrispondente, e la seconda dal doppio punto.
Per quanto riguarda au, l' AppE descrive un tehta “necessario per rappresentare au, aw”, come discusso nella precedente sezione Consonanti Labializzate. Il tehta é mostrato in figura 3.
Il suddetto paragrafo continua: “Ma i dittonghi venivano spesso scritti per intero, come nella trascrizione fonetica”; p.e. sia la prima che la seconda vocale erano raffigurate da una tengwa. Questa è, infatti, la forma in cui viene scritto il dittongo ae in tutti gli esempi di modo del Beleriand. Possiamo dedurre che oe venisse scritto seguendo il medesimo principio.
Utilizzando il modo del Beleriand, si può scrivere un testo come il seguente:
Aníron teithad i lam Thingol a Daeron o Beleriand iuithad i thiw Feanor.
“Io voglio scrivere il linguaggio di Thingol e Daeron del Beleriand utilizzando le lettere di Feanor.”
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